Gori: Voto aperto al ballottaggio
La richiesta dei «renziani»: Cambiare le regole per il ballottaggio per fare votare anche chi non ha votato al primo turno delle primarie di centrosinistra. Renzi: «Se vince Bersani va bene ma attenti a numeri»
ROMA - Cambiare le regole per il ballottaggio per fare votare anche chi non ha votato al primo turno delle primarie di centrosinistra. A confermare la richiesta dei 'renziani' è Giorgio Gori, braccio destro del sindaco di Firenze, dai microfoni di Radio 24: «E' una regola che non ha senso. C'è un sacco di gente che oggi vuole dare il proprio consenso a Bersani o a Renzi domenica e che non ha senso di tenere fuori dai seggi».
«Chiediamo che sia possibile registrarsi sottoscrivendo l'appello degli elettori del centrosinistra fino a domenica e che sia possibile farlo online. Le regole che hanno fatto sono state dettate dalla paura come quella di voler tenere i 16enni fuori da questa tornata di voto. I 16enni possono iscriversi al partito, eleggere il segretario, votare alle primarie per la Lombardia, ma non hanno potuto votare a queste primarie, mi spiegate qual è la ratio? E così per la registrazione sul secondo turno».
Renzi: Se vince Bersani va bene ma attenti a numeri - Le «regole per le primarie erano un pò arzigogolate e il risultato è che hanno partecipato meno persone. Ci sono stati errori ma non facciamo polemiche se vince Bersani nessun broglio, nessun complotto basta che stiano attenti ai numeri». Lo ha detto Matteo Renzi a Porta a Porta.
«Noi vogliamo vincere la nostra è una battaglia seria - ha aggiunto il sindaco di Firenze - ci sono 280mila voti di scarto tra me e Bersani, una parte dei voti per Vendola è d'opinione che voteranno contro apparato».
Se perdo non faccio un mio partitino - «Non accetto l'idea di uno che si fa partitini per fatti suoi, io non sarò mai tra questi anche se i sondaggi dicono che se esco dal partito prendo più voti».
«Per cambiare l'Italia bisogna cambiare il centrosinistra - ha aggiunto il sindaco di Firenze - se non riesco non punto a nessun incarico di consolazione».