23 maggio 2025
Aggiornato 03:00
Primarie Centrosinistra 2012

Renzi, sotto di 10 punti, vuole riaprire le iscrizioni

Dieci punti percentuali, anzi, per la precisione, 9,4: è questo, alla fine, il distacco che separa Pier Luigi Bersani da Matteo Renzi, un margine che gli uomini del segretario esibiscono come un grande risultato, anche se il sindaco di Firenze si dice convinto che «al secondo turno si riparte da zero a zero»

ROMA - Dieci punti percentuali, anzi, per la precisione, 9,4: è questo, alla fine, il distacco che separa Pier Luigi Bersani da Matteo Renzi, un margine che gli uomini del segretario esibiscono come un grande risultato, anche se il sindaco di Firenze si dice convinto che «al secondo turno si riparte da zero a zero». In realtà, le cose non stanno proprio così ed è la stessa battaglia avviata da Renzi a chiarire i termini della situazione: tutto si gioca sulla platea che sarà ammessa al voto, il sindaco di Firenze chiede la riapertura delle iscrizioni, fino al giorno del voto, mentre per ora il comitato delle primarie ha annunciato che ci si potrà iscrivere solo giovedì e venerdì prossimi, unicamente nell'ufficio elettorale che sarà aperto nel capoluogo di ciascuna provincia e, soprattutto, a condizione che si dimostri di avere avuto un «oggettivo impedimento» a registrarsi prima. Uno dei dirigenti Pd impegnati per Bersani confessa: «Se votano gli stessi del primo turno ce la facciamo, anche se probabilmente non sarà un trionfo e Renzi avrà un buon risultato. Se si riaprissero le iscrizioni, sarebbe un problema».

Non è un caso, dunque, che proprio Renzi abbia cominciato a 'battere' su questo punto: «Tra il primo e il secondo turno in Francia la partecipazione è aumentata del 10%... Spero non si scoraggi la partecipazione al secondo turno e si metta la possibilità di registrarsi fino al giorno stesso e online, per evitare che uno debba magari andare a registrarsi in un ufficio elettorale in orari di lavoro». Il sindaco di Firenze, peraltro, si dice convinto anche di poter intercettare buona parte del «voto d'opinione» che è andato a Nichi Vendola al primo turno, un'analisi condivisa anche dai bersaniani, ma con una postilla: «E' vero, può prendere quei voti. Ma Nichi ha detto che lavorerà per non far vincere Renzi, vuol dire che l'indicazione di voto di Sel sarà a nostro favore. In altre parole, un terzo dei voti di Vendola verrà a noi ed è Renzi che deve recuperare lo svantaggio...».

Tra gli uomini del segretario, semmai, c'è preoccupazione per un altro dato: il risultato di Renzi nelle 'regioni rosse'. Tolta l'Emilia romagna, Bersani è arrivato secondo in Toscana, Umbria e Marche, proprio dove il 'segretario' avrebbe dovuto prendere più voti. Il timore è quello di una rivolta dei quadri locali contro i dirigenti regionali di cui potrebbe fare le spese proprio Bersani. D'altro canto, raccontano che Renzi sia rimasto un po deluso dal risultato al nord: il sindaco di Firenze sperava di poter raccontare un Bersani confinato di fatto nel Mezzogiorno, mentre alla fine il segretario Pd ha vinto in tutte le regioni settentrionali.