26 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Il Premier a «Che tempo che fa»

Monti: Cambiare mentalità al paese

Il Presidente del Consiglio: «Non è tanto importante che ci sia questo o quel presidente del Consiglio, quanto un radicale rinnovamento di chi sta in Parlamento e della cultura del Paese e della mentalità del Paese. Un altro tecnico sarebbe una sconfitta per la Politica»

ROMA - «Guardi che cosa sta succedendo in Parlamento oggi alla riforma delle regioni: la stanno impoverendo e prosciugando. Ecco perchè non è tanto importante che ci sia questo o quel presidente del Consiglio, quanto un radicale rinnovamento di chi sta in Parlamento e della cultura del Paese e della mentalità del Paese». Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Monti rispondendo a Fabio Fazio durante la trasmissione «Che tempo che fa» e in particolare a una domanda centrata sulla protesta dei malati di Sla, costretti a scendere in piazza per protestare contro i fondi tagliati.
«Si arriva - ha risposto Monti - a cose che sono pesanti, a volte molto negative, ma la risposta è semplice: si arriva a tanto perchè si è per decenni considerato piccolo reato evadere il fisco, perchè si è considerato che gli interessi della furbizia individuale avessero diritto di cittadinanza in tutti i campi, perchè ognuno ha tutelato i propri privilegi».
«Perchè - ha aggiunto il Presidente del Consiglio - noi diciamo che politiche più aperte e molto più spazio al merito e alla concorrenza hanno un valore di giustizia sociale? Perchè degli obbrobri sociali come quello che lei ha citato sono la conseguenza a volte proprio della mancanza di soldi: perchè i soldi sono andati ad arricchire evasori fiscali o comportamenti scandalosi, spesso nel settore pubblico che abbiamo cercato di riformare».

Un altro tecnico sarebbe una sconfitta per la Politica - Dopo le elezioni «un altro governo tecnico sarebbe una sconfitta per la politica». Monti ha però sottolineato che il suo governo, seppur 'tecnico', ha fatto una «attività schiettamente politica», come, ad esempio «separare la politica da ciò che non dovrebbe appartenerle, come la sanità o la Rai..». Il premier ha poi detto di non aver «preso in alcun modo» particolare le affermazioni del capo dello Stato sulla sua incandidabilità in quanto senatore a vita. «Le decisioni che prenderò - ha ribadito - qualsiasi esse siano, saranno solo e comunque mie: mi affiderò molto - ha detto ancora - a ciò che il Presidente della Repubblica ha da dire, in generale ed anche a me».

Studenti usati dagli insegnanti per difesa corporativa - «Gli studenti sono quelli più in credito e fanno bene a manifestare il loro dissenso», avendo «anche dimostrato in questi giorni di saperlo fare civilmente». Ma nella «sfera del personale della scuola abbiamo riscontrato anche grande spirito conservatore», come la «grande indisponibilità a fare due ore in più a settimana che avrebbe significato più didattica e cultura», per «difesa di privilegi corporativi». E «dunque non cadiamo nel mito bontà contro durezza» perchè i «corporativismi spesso usano anche i giovani per perpetuarsi e non adeguarsi ad un mondo più moderno».
«La scuola per noi - ha affermato Monti - non è affatto poco, è molto importante. L'abbiamo affidata al prof. Profumo: fra il meglio che c'è in circolazione. Il tema, però, potrà essere risolto solo con gradualità. Servono risorse. Che nel passato sono state anche dilapidate. Noi finora abbiamo cercato di evitare che il Paese finisse bruciato. Per affrontare quanto serve alla cultura e alla scuola ci vuole gradualità».