11 settembre 2024
Aggiornato 01:00
Governo | Monti dopo Monti

Napolitano: Il «segno» lasciato da Monti è indelebile

Questo oggi, ma anche per il futuro gli «amici», precisa il Presidente della Repubblica, non hanno nulla da temere perché il segno impresso da Monti è indelebile. Poi tornerà in scena la politica, che non potrà prescindere da quanto fatto finora

NAPOLI - Un sorriso tra il discreto e il compiaciuto racconta molto del momento politico e degli umori del Colle. E' il sorriso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano davanti alle parole del presidente tedesco Joachim Gauck che elogia il «coraggio» e la «responsabilità, virtù rara in politica» del governo Monti nel fare le riforme. Insomma la Germania guarda «con grandissimo rispetto» all'esecutivo dei tecnici. Questo oggi, ma anche per il futuro gli «amici», precisa Napolitano, non hanno nulla da temere perché il segno impresso da Monti è indelebile. Poi tornerà in scena la politica, che non potrà prescindere da quanto fatto finora.

A poche ore dalla precisazione del premier Mario Monti sull'affidabilità di chi verrà dopo di lui, Napolitano, dal vertice di Napoli con i presidenti tedesco e polacco, mette la ciliegina sulla torta. Niente paura, niente rischi: la strada è segnata e qualunque partito vinca le elezioni, pur nella differenza di posizioni, non potrà prescindere da tutto questo. Implicita nel discorso del Capo dello Stato la convinzione che dopo la parentesi dei tecnici la parola debba passare ai partiti. E' noto, poi, l'apprezzamento del Colle nei confronti del governo e del profilo da 'civil servant' del premier che non deve essere compromesso dal pressing di chi, da una parte e dall'altra, cerca di «tirare per la giacca» il Professore.

Poi saranno i cittadini a disegnare il futuro. Napolitano non teme le elezioni e ai giornalisti che a Napoli, dopo il trilaterale tutto dedicato ai temi europei, gli chiedono una risposta ai dubbi e ai timori, anche di partner europei, sul futuro politico dell'Italia al termine dell'esperienza Monti risponde con una sequela di domande retoriche: «Vogliamo dunque non votare? Per essere tranquilli vogliamo scrivere il risultato a tavolino?». Ovviamente no. E' una considerazione perfino «banale», ragiona il presidente, la constatazione che quando ci sono «elezioni libere non si può prevedere il risultato» e «un certo grado di rischio» c'è sempre. Insomma, è la democrazia.

Detto questo non è vero che non vi sono garanzie sul futuro, una c'è: non si torna indietro dal modello Monti, dall'impegno per il risanamento del debito pubblico con cui, ribadisce Napolitano, «non si scherza» anche se bisogna «superare l'austerity». Il presidente cita, non a caso, le dichiarazioni stesse dei partiti (quelli della 'strana' maggioranza che ha sostenuto Monti) che promettono di «aggiungere» qualcosa a quello che l'esecutivo ha fatto e non certo di «distruggerlo». Una citazione che, se ce ne fosse benissimo, rappresenta un 'memo' per gli stessi partiti.

Questa 'continuità' della 'linea' Monti, rilancia Napolitano dovrebbe servire a «dare fiducia» anche agli «amici», ai paesi Europei, agli osservatori internazionali spesso preoccupati dall'instabilità dell'Italia. Dopo il voto, spiega il Capo dello Stato, «si troveranno le soluzioni per governare stabilmente il Paese».

Per il resto le sfide che l'Italia, insieme all'Europa, ha davanti sono grandi, ma ci si può fare se verrà mantenuto il rigore, magari stringendo di più sul controllo della spesa pubblica che non sulla pressione fiscale e rimettendo al centro la questione della piena occupazione. Ma anche qui, attenzione, avverte Napolitano, «non si crea lavoro con il debito né con l'assistenza» perché queste rappresentano «soluzioni fittizie e precarie».

La giornata ha fatto registrare anche momenti di tensione tra la polizia e un corteo di studenti del collettivo no global che hanno tentato di raggiungere Palazzo Reale dove si è svolto l'incontro con gli universitari e i tre capi di stato Napolitano, Gauck e Komorowski. La polizia in tenuta antisommossa ha blindato l'intera zona e i manifestanti non sono riusciti ad arrivare al luogo dove si teneva l'evento.