18 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Conti pubblici | Ddl stabilità

Monti e il ddl stabilità: contano solo i mercati

Il testo che sarà presentato alle Camere resta quello approvato in Consiglio dei Ministri, non ci saranno correzioni. Poi il Parlamento è sovrano. Mario Monti però tiene a mettere un vincolo: gli emendamenti al ddl stabilità dovranno lasciare i saldi invariati, altrimenti i mercati sono subito pronti a punirci

ROMA - Il testo che sarà presentato alle Camere resta quello approvato in Consiglio dei Ministri, non ci saranno correzioni. Poi il Parlamento è sovrano. Mario Monti però tiene a mettere un vincolo: gli emendamenti al ddl stabilità dovranno lasciare i saldi invariati, altrimenti i mercati sono subito pronti a punirci. Da palazzo Chigi rispondono così al fuoco di fila di dichiarazioni dei partiti di maggioranza contro molte misure contenute nel provvedimento: l'aumento dell'Iva, la franchigia sulla detrazioni, la soluzione per gli esodati, i tagli a scuola e sanità, la stretta sull'assistenza dei familiari ai disabili.

STRETTA SULLE DETRAZIONI - Dichiarazioni alimentati anche da ipotesi di una correzione 'in corsa', già da parte del governo e prima del deposito del testo, sui due punti più contestati: la modifica alla legge 104 che riduce al 50% la retribuzione per i giorni di permesso chiesti dai dipendenti per assistere un disabile che non sia il coniuge o un figlio, e la stretta sulle detrazioni. Ipotesi circolata nel pomeriggio, che da palazzo Chigi smentiscono nettamente: «Il testo sarà depositato domani mattina, e sarà quello approvato in Cdm». Dunque, con l'intervento 'retroattivo' sulle detrazioni. Definizione che peraltro dal governo contestano: «E' ovvio che le spese portate in detrazione si riferiscano all'anno precedente...».

I SALDI DEVONO RESTARE INVARIATI - Ma al di là del punto specifico, dal governo difendono la «coerenza interna» del provvedimento, «dal punto di vista redistributivo e dal punto di vista dello stimolo alla crescita». Ovviamente «il Parlamento è sovrano», ma la richiesta ai partiti di maggioranza è sempre la stessa, quella che veniva ripetuta come un mantra ai tempi del 'Salva-Italia': «Il governo condividerà solo modifiche migliorative, e che soprattutto lascino invariati i saldi del provvedimento». Perchè qualsiasi deroga, avverte una fonte dell'esecutivo, avrebbe un effetto immediato: «I mercati la interpreterebbero come un abbandono della strada del rigore, tanto più preoccupante ora che si avvicinano le elezioni». Tradotto, i mercati potrebbero valutare negativamente non solo eventuali alleggerimenti in sè, ma leggervi i prodromi di un allentamento della serietà di bilancio che non potrebbe che peggiorare con il governo che si insedierebbe dopo le elezioni.
Dunque, è il messaggio che da palazzo Chigi inviano ai partiti 'riottosi', «se volete spostare di un anno la stretta sulle detrazioni, fate pure: ma serve trovare una copertura alternativa, e quella misura vale circa un miliardo». Stesso discorso per tutti gli altri emendamenti.

BENE L'ASTA DEI BTP ITALIA - Primo giorno di negoziazioni per il terzo Btp Italia. Sono stati sottoscritti 40.929 nuovi contratti, per un controvalore di 2,483 mld di euro e 339 milioni. I titoli sono in negoziazione esclusiva sul Mot (Mercato delle obbligazioni e dei titoli di stato ) di Borsa Italiana.