25 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Governo | Monti dopo Monti

Monti bis, il pressing è ufficialmente partito

Da Arezzo, teatro dell'Assemblea dei Mille fortissimamente voluta da Fini per superare di fatto l'esperienza di Futuro e libertà, parte dunque la rincorsa al montismo del 2013. Per rendere possibile questo scenario, Gianfranco Fini rilancia l'idea di una lista per l'Italia. Un progetto subito raccolto dal palco aretino da Pier Ferdinando Casini

AREZZO - Il pressing per il Monti bis è ufficialmente partito. Non che fino a ieri l'ipotesi di una riedizione del governo del Professore fosse rimasta sottotraccia, ma le contemporanee prese di posizione pubbliche dei big centristi ha finalmente portato allo scoperto un progetto coltivato da mesi. Da Arezzo, teatro dell'Assemblea dei Mille fortissimamente voluta da Fini per superare di fatto l'esperienza di Futuro e libertà, parte dunque la rincorsa al montismo del 2013. Per rendere possibile questo scenario, Gianfranco Fini rilancia l'idea di una lista per l'Italia. Un progetto subito raccolto dal palco aretino da Pier Ferdinando Casini - «aderisco» - e che sembra assomigliare molto a quell'«incontro tra società civile e politica» immaginato da Luca Cordero di Montezemolo dalle colonne del Corriere della sera.

Il progetto finiano prevede alcuni step intermedi. Il primo è rappresentato dall'operazione dei Mille lanciata da Arezzo. La richiesta di Fini è rivolta alla società civile e prevede la nascita in ogni città d'Italia di un circolo che avrò lo scopo di contribuire al sorgere della lista per l'Italia. Il peso che Fini intende dare a quei mondi finora non direttamente impegnati in politica è chiaro fin dalla scelta di non consentire ai parlamentari di sedere nelle prime file. Né, circostanza poco apprezzata da alcuni, di intervenire nel corso della convention. Unica eccezione per Giulia Bongiorno, alla quale sarà affidato insieme a Salvatore Carrubba e Pierluigi Piccini il comitato organizzativo dei Mille per l'Italia.

Non che la politica debba cedere completamente il passo alla società civile, si affrettano a chiarire Fini e Casini. Il più netto richiamo, in questo senso, arriva proprio dal leader Udc: «Io non credo alla mitologia della società civile - distingue - ci sono santi e banditi. E non credo alla demonizzazione della politica, che deve invece insieme alla società civile rispettarsi reciprocamente per convivere e dar vita a questo contenitore». Minimo comun denominatore, in questa aggregazione di cui si intravedono solo i contorni, resta la figura di Mario Monti. Fini reclama la prosecuzione del suo governo oltre il 2013, indipendentemente dalla legge elettorale: «Non è necessario che sia candidato per andare a Palazzo Chigi. Neanche se resta il Porcellum». . E' chiaro però che un sistema di voto che si avvicina al proporzionale puro farebbe crescere vertiginosamente le chance di successo della lista Monti.

Ad Arezzo c'è l'intera classe dirigente di Fli. E nel capoluogo toscano Filippo Rossi e Luciano Lanna lanciano anche il nuovo quotidiano on line 'Italiani'. Ma va registrata un'assenza pesante. Dopo settimane di tensioni con Casini, infatti, Montezemolo non è presente all'iniziativa. Il numero uno Ferrari reclama la nascita di un contenitore che mira a tenere assieme società civile e mondo della politica, senza limitarsi a rappresentare una sorta di 'Udc 2.0'. Solo così, chiarisce Montezemolo, il progetto per il Monti bis potrà prendere corpo e accogliere anche alcuni dei reduci della Seconda Repubblica. I distinguo di Montezemolo non sembrano essere del tutto graditi da Fini e Casini, che infatti riservano alcune punture di spillo a Montezemolo: «Il valore della società civile non sta nei nomi illustri», afferma con malizia Pier.

Ma la partita interna all'area centrista resta tutta da giocare. Il numero uno Ferrari è in rotta con il leader Udc, mentre coltiva un rapporto privilegiato con Fini. Incomprensioni sul ruolo di Passera e Marcegaglia, divergenze sull'impostazioni di un'eventuale campagna elettorale comune, incomprensioni personali hanno deteriorato ulteriormente i rapporti. Eppure l'idea di una lista per l'Italia sembra accomunare l'intera area centrista. Solo le prossime settimane e l'esito della guerra di posizione in atto diranno se il progetto riuscirà a decollare.Fini al termine della convention è ottimista: «Non esistono questioni insormontabili».