18 aprile 2024
Aggiornato 08:00
Partiti & Riforme

Legge elettorale, possibile ok del Senato a settembre

Tanto il relatore Enzo Bianco (Pd) quanto il vicecapogruppo del Pdl, Gaetano Quagliariello, hanno persino ipotizzato un via libera del Senato al testo entro la fine di settembre, per «chiudere alla Camera entro ottobre e avere poi due mesi per ridisegnare i collegi»

ROMA - L'intesa sulla riforma legge elettorale ancora non c'è, di un testo base manco parlarne, addirittura sono tornati i distinguo su preferenze o collegi uninominali ma, nonostante tutto questo, al termine della riunione del comitato ristretto di oggi al Senato, sia Pd che Pdl si sono mostrati ottimisti e speranzosi. Tanto il relatore Enzo Bianco (Pd) quanto il vicecapogruppo del Pdl, Gaetano Quagliariello, hanno persino ipotizzato un via libera del Senato al testo entro la fine di settembre, per «chiudere alla Camera entro ottobre e - ha detto Bianco - avere poi due mesi per ridisegnare i collegi».
Proprio il timing tracciato dall'esponente democratico apre la porta alla seconda considerazione di oggi: tutti hanno escluso l'ipotesi di voto anticipato a novembre, nonostante le voci (puntualmente smentite) che vorrebbero un Silvio Berlusconi interessato ad andare alle urne il prima possibile. A tenere il punto, in commissione, i suoi, specie il relatore del Pdl, quel Lucio Malan che ha detto «per fare la legge i tempi volendo ci sono, settembre non è ancora cominciato. Bisogna che ci sia la volontà di farlo».

Dal lato pratico, per, la riunione di oggi non ha portato alcun passo avanti concreto. Vero che secondo i singoli esponenti dei gruppi «passi avanti se ne sono fatti» e che «si è trovato l'accordo su alcuni punti seri», ma sul tavolo è riapparso il nodo preferenze: il Pdl, infatti, lo ritiene il miglior modo di garantire agli elettori la scelta, mentre il Pd resta fermo sui collegi. Tutti torneranno a vedersi, quindi, mercoledì 5, per quella che dovrebbe essere la «giornata di svolta». Entro quella data, il presidente della Commissione, Carlo Vizzini, ha annunciato di voler informare il presidente del Senato, Renato Schifani, dello stato dell'arte e poi, in apertura di seduta, «informare la commissione in seduta plenaria sull'andamento dei lavori».
Proprio il presidente della I commissione di palazzo Madama, del resto, è stato l'unico, oggi, a non ostentare sicurezza e ottimismo. «Diciamo che io sono l'opposto di Quagliariello: lui è sempre ottimista, io sempre pessimista. Insieme - ha detto Vizzini - facciamo uno normale. Per quando qualcuno dire che 'in una settimana si puo' fare la legge elettorale mi viene da rispondere: 'prego, si accomodi'».

Calderoli: Pd-Pdl vogliono uccidere la Democrazia - «E' una vergogna: Pd e Pdl sulla riforma elettorale non sono d'accordo su nulla tranne sull'introdurre per legge il bipartitismo e cancellare così qualunque altra forza politica che non siano i loro due partiti». Lo ha affermato in una nota l'esponente leghista Roberto Calderoli. «Con la scusa di voler dare la possibilità all'elettore di scegliere l'eletto, e non è detto che poi lo facciano viste le distanze che li separano su questo tema, di fatto - ha osservato - tolgono la possibilità all'elettore di votare per il proprio partito o ne rendono inutile il voto. Neppure ai tempi del fascismo si era osato tanto».