20 aprile 2024
Aggiornato 16:00
Intervista al «Wall Street Journal»

Monti: Con i partiti «devo» dialogare

Il Premier: Voti sempre imprevedibili. L'interesse nazionale prima dell'orgoglio. Santanchè: Monti deve andare a casa, Pdl dica basta. Fini: 34 ricorsi a voto fiducia pongono problema

ROMA - Il presidente del Consiglio, Mario Monti, rivendica, in una intervista al Wall Street Journal che risale a un mese fa, l'utilità del dialogo con i partiti, perché evitare che il Parlamento bocci le misure del governo è un dovere nel nome dell'interesse nazionale.
«So che parlare con i partiti, come io faccio anche se non troppo spesso, viene considerato da molti - ha sottolineato - come una 'contaminazione'. Ma credo che abbiamo imparato la nostra lezione. Guardi, invitare i vertici dei partiti politici a cene di lavoro è qualcosa che il presidente Obama, per esempio, fa continuamente. E ci sono persone che pensano che i partiti italiani siano messi così male che non ci boccerebbero in Parlamento. Ma io non ne sono così convinto perché il risultato di un voto parlamentare, in certe circostanze, può essere imprevedibile. E dunque se le misure venissero bocciate, cosa accadrebbe il giorno dopo? Sarebbe responsabile da parte mia consentire ciò? Sarebbe come mettere il mio orgoglio personale, nel non parlare con i partiti, davanti agli interessi nazionali».

Santanchè: Monti deve andare a casa, Pdl dica basta - «Mi auguro che questa volta il Pdl dica basta: per me Monti deve andare a casa». Così Daniela Santanché questa sera durante la trasmissione In Onda su La7 ha commentato le dichiarazioni del premier Monti secondo cui se ci fosse stato ancora Berlusconi lo spread sarebbe arrivato a 1200. «Per me questo governo non è riuscito a fare nulla, il suo tempo è scaduto, game over».
In seguito l'esponente del Pdl ha anche sottolineato come non ci siano state reazioni alle parole del premier, che ha definito chiaramente «una gaffe»: «Mi stupisco che neanche il presidente della Camera Gianfranco Fini abbia detto niente: se le stesse parole le avesse pronunciate Berlusconi sarebbero tutti scesi in piazza a protestare».

Fini a Monti: 34 ricorsi a voto fiducia pongono problema - «La polemica tedesca e anche di qualche esponente Italiano mi è parsa, francamente strumentale perché il Presidente Monti non ha voluto minimamente mettere in secondo piano il ruolo del Parlamento, ha soltanto ricordato che in questi tempi la tempestività delle decisioni comporta per gli esecutivi la necessità di esser 'flessibili', è la parola che ha usato Monti». Lo afferma il presidente della Camera, Gianfranco Fini, in una intervista al Tg2 che andrà in onda stasera.
«Colgo l'occasione comunque - aggiunge la terza carica dello Stato - per far presente al Presidente del Consiglio, che del resto lo sa bene, che in 8 mesi, 34 ricorsi al voto di fiducia pongono oggettivamente un problema di cui bisognerà discutere esecutivo e vertici della Camera del Senato».