18 agosto 2025
Aggiornato 03:00
Intervista al «Fatto Quotidiano»

Di Pietro: Da PM accuserei Napolitano

Il leader IDV: Sulla base di una prova documentale, la prova principe perché da parte del Presidente della Repubblica «c'è una confessione extragiudiziale di un reato politico». Massimo Ciancimino: Napolitano ha qualcosa da nascondere

ROMA - «Se fossi ancora pubblico ministero farei una requisitoria chiedendo la condanna politica del presidente della Repubblica sulla base di una prova documentale, la prova principe» perché da parte di Giorgio Napolitano «c'è una confessione extragiudiziale di un reato politico». Lo ha detto in un'intervista a Il Fatto quotidiano, il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, tornando sulla questione della trattativa Stato-mafia e del conflitto di attribuzione sollevato dal capo dello Stato.
«Prima - ha spiegato - solleva il conflitto di attribuzione contro la Procura di Palermo perché le intercettazioni indirette delle sue conversazioni con Nicola Mancino comporterebbero una 'lesione delle prerogative costituzionali del presidente della Repubblica'. Poi, in occasione del ventennale della strage di via D'Amelio, manda un messaggio ai familiari delle vittime in cui dichiara solennemente che 'non c'è alcuna ragion di Stato che possa giustificare ritardi nell'accertamento dei fatti e delle responsabilità'. Delle due l'una».

Massimo Ciancimino: Napolitano ha qualcosa da nascondere - Giorgio Napolitano «Ha sollevato il conflitto con la procura di Palermo - aggiunge - a poche ore dal ventennale della morte di Borsellino. Opportunità e tempismo mi fanno pensare male, come diceva Andreotti. Vuol dire che ha qualcosa da nascondere».
«Se fosse necessario alla mia difesa - conclude - lo chiamerei a testimoniare. Per me prima è un cittadino e poi è il mio Presidente della Repubblica». Lo dice Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco di Palermo Vito, alla Zanzara su Radio 24.
«E' un mio diritto conoscere i contenuti delle telefonate di Napolitano, perché rappresento una delle parti che hanno diritto a consultare gli atti. Le intercettazioni devono essere visionate dal gip prima di essere distrutte, non può essere prerogativa dei pm decidere se sono utili o meno, e non può di certo decidere il Presidente. Il contenuto può essere inutile per l'accusa ma non per la difesa». «Per difendere i miei diritti aspetterò la decisione della Corte Costituzionale, ma cosa teme il Presidente della Repubblica per non volere la pubblicazione?», conclude.