15 settembre 2025
Aggiornato 18:30
La rottura col Pdl è netta

Casini provoca: Con Berlusconi il paese si spacca. Insorge il Pdl

Ok all'alleanza con il Pd ma mai con Idv e Sel. No invece al Pdl con Silvio Berlusconi di nuovo candidato premier ma porte aperte a chi vuole guardare oltre e non vuole uscire dall'area dei moderati che nel 2013 sarà il «baricentro» di un Governo di larghe intese

ROMA - Ok all'alleanza con il Pd ma mai con Idv e Sel. No invece al Pdl con Silvio Berlusconi di nuovo candidato premier ma porte aperte a chi vuole guardare oltre e non vuole uscire dall'area dei moderati che nel 2013 sarà il «baricentro» di un governo di larghe intese, l'unico possibile per portare l'Italia fuori dalla crisi. Alla vigilia del mese di agosto, il mese in cui «i mercati sono più deboli e volatili, sotto l'attacco della speculazione finanziaria internazionale», l'Udc mette nero su bianco, in un documento approvato nel corso della Direzione nazionale all'unanimità, quello che Pier Ferdinando Casini va dicendo da settimane.

La rottura col Pdl è netta. Casini attacca i «cretinotti» e i «falchi» di quel partito che hanno «messo in gabbia» Angelino Alfano, «una persona ragionevole». Con lui e con quelli del Pdl che «non intendono lasciarsi trascinare fuori dal campo dei moderati e si preparano a guardare oltre il Pdl stesso», l'Udc è pronta a dialogare. Porte chiuse invece a chi, «dopo tanti proclami per il futuro, ha in poche ore scelto di tornare al passato e si sta preparando intorno al proprio 'candidato a vita' a spaccare ancora una volta il Paese attorno alla figura di Berlusconi». Invece per Casini è indispensabile «non disperdere lo spirito di coesione nazionale» perché «non servono ammaliatori o ingannatori ma persone serie che risollevino l'Italia».

No alle «ammucchiate di sinistra» - Quindi, bisogna «raggiungere le più larghe intese anche nella prossima legislatura» senza riproporre però - è scritto nel documento approvato - «le coalizioni eterogenee, paralizzate dalle contraddizioni interne come in passato, che noi per primi abbiamo denunciato come prima causa dell'ingovernabilità». No alle «ammucchiate di sinistra», per usare le parole più dirette del leader Udc che chiude la porta a ogni dialogo con Idv e Sel mentre elogia ancora una volta la serietà di Pierluigi Bersani e del Pd. Le elogia, sì, ma non troppo. Taccia i dirigenti del suo partito di «facili entusiasmi» verso i democratici che, osserva, comunque non hanno risolto le proprie contraddizioni nei confronti di Monti inglobando le posizioni agli antipodi di Stefano Fassina ed Enrico Letta.

A infuriarsi comunque è il Pdl: Fabrizio Cicchitto parla di «appello scissionista» che «va rinviato al mittente. Affermando che 'si spacca il paese attorno alla figura di Berlusconi', in effetti l'Udc rischia di far proprio lo stereotipo tipico della peggiore sinistra, che è quello della criminalizzazione di Berlusconi. Visto che nel passato l'Udc ha vissuto lunghe fasi di collaborazione proprio con Berlusconi, potrebbe vivere con serenità il confronto con lui e con il Pdl».

Ma su Casini si abbatte anche la bufera delle associazioni gay per le sue frasi sui matrimoni omosessuali. Il leader Udc li definisce senza mezzi termini «incivili» e «contro natura» pur aprendo al riconoscimento dei diritti dei conviventi dello stesso sesso. Tuttavia, precisa, non è sui temi etici che si costruiscono alleanze e programmi di governo: su quelli decide ogni parlamentare liberamente.