Corruzione, ddl alla Camera. PdL: No a maggioranze diverse
No a voti con maggioranze «spurie» in materia di giustizia: il Pdl avverte i partner pro-Monti e il Governo che sul ddl anticorruzione ogni passaggio va concordato. Il Ministro Severino: «Governo pronto a prendersi le sue responsabilità»
ROMA - No a voti con maggioranze 'spurie' in materia di giustizia: il Pdl avverte i partner pro-Monti e il Governo che sul ddl anticorruzione ogni passaggio va concordato. Altrimenti il meccanismo delle «maggioranze diverse» potrebbe riprodursi in Senato facendo passare la contestatissima 'norma Pini' sulla responsabilità civile diretta dei magistrati. Segnata dalle nette parole di Enrico Costa, la discussione generale sul provvedimento, aperta e conclusa oggi nell'aula della Camera, non sembra rappresentare il miglior viatico per un approdo condiviso del ddl, ma per il ministro Paola Severino gli spazi ci sono per avere «una normativa coerente», evitando uno scontro, soprattutto fra Pdl e Pd, che porti a disegnare «un'altalena di pene che non siano in scala con i valori».
A Costa che chiede al Governo di pronunciarsi con «chiarezza» sugli emendamenti Pdl, Severino replica: «Accolgo l'invito», il Governo «è pronto ad assumersi tutte le responsabilità». Al Pdl, in realtà, non dovrebbe essere risultato sgradito nemmeno un altro segnale lanciato da Severino, sul tema del falso in bilancio: non è la prima volta che la guardasigilli si mostra non del tutto in sintonia con la proposta dell'Idv, approdata anch'essa oggi in aula, di ripristino del vecchio regime penale. «Non so se vi sia spazio per una ricollocazione di questo provvedimento in un alveo più generale», ipotizza il ministro, ma in ogni caso «se revisione ci deve essere», deve tenere conto del fatto che «la vecchia fattispecie era stata trasformata nella giurisprudenza da fattispecie a tutela del patrimonio societario a fattispecie a tutela della trasparenza societaria, e questo non è del tutto corretto». Quanto basta perché arrivi la secca replica di Antonio Di Pietro: il ministro, ammonisce, non faccia «il pesce in barile» e dica come la pensa.
Domani alle 14 scade il termine per gli emendamenti, due le questioni in sospeso, ha sottolineato il ministro: l'entità delle pene da irrogare per la corruzione e il tema del reato di concussione, che il ministro, nel suo emendamento approvato in commissione, ha diviso in due fattispecie, la corruzione per costrizione e quella per induzione (con pene minori e sanzioni anche per le 'vittime'). Sia il Pdl sia il Pd confermano di voler ripresentare i loro emendamenti, la sfida si giocherà soprattutto sulle pene e conseguentemente sui tempi di prescrizione, anche se il ministro avverte che non è questo lo strumento per incidere sul tema della prescrizione ma serve un intervento «generale». La parte penale resta il punto più delicato, quello sul quale rischia di arenarsi tutto: anche perché, con l'introduzione di nuovi reati, su quelle norme è possibile, per il regolamento della Camera, chiedere il voto segreto. Il che potrebbe costringere il Governo a intervenire con la fiducia per evitare di vedersi smontare la parte qualificante del provvedimento. Una fiducia che Severino la settimana scorsa non ha escluso, giudicando 'prematuro' il tema. Ma che fonti del Pd e dell'Idv danno per assai probabile.
Nella discussione sul ddl anticorruzione, da registrare l'atteggiamento costruttivo della Lega: «Provvedimento importante, venga approvato nel più rapido tempo possibile», dice Nicola Molteni. Molto positivo il giudizio del Pd, che sottolinea con Donatella Ferranti la «soddisfazione» per un ddl che ha subito un «forte mutamento» rispetto al ddl Alfano approvato in origine dal Senato, che «aveva un titolo altisonante, ma contenuti scarsamente incidenti». Critico Federico Palomba dell'Idv, in particolare sullo spacchettamento del reato di concussione, operazione che potrebbe influire su procedimenti che riguardano Silvio Berlusconi e l'ex braccio destro di Bersani Filippo Penati. Ma il legislatore, avverte Severino, «prescinde dai processi in corso» altrimenti «nessuna norma è mai modificabile».
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