23 aprile 2024
Aggiornato 10:30
Protestano Idv e Lega

Spese elettorali: a luglio taglio del 50% per i partiti

Anche l'Udc chiede più rigore. Il Pd per il futuro bisogna cambiare

ROMA - «Altro che differenziazioni nella maggioranza e fra la maggioranza e il Governo, Alfano, Bersani e Casini la pensano allo stesso modo e anche Monti è con loro: vogliono continuare a usare i soldi dei cittadini per mantenere i loro partiti, noncuranti dell'opinione della stragrande maggioranza del Paese». Lo ha affermato il vice capogruppo delle Lega in Commissione Affari Costituzionali della camera, Pier Guido Vanalli.

DIMEZZATA L’ULTIMA RATA DI LUGLIO - Sarà dimezzata l'ultima rata dei rimborsi per le spese elettorali spettante ai partiti nel prossimo mese di luglio. La commissione Affari Costituzionali della Camera ha infatti approvato un emendamento dei relatori Bressa-Calderisi. La rata passa quindi dagli attuali 182 a 91 milioni. In precedenza erano stati bocciati diversi emendamenti, per lo più di Idv e Lega, che proponevano l'abolizione dell'ultima tranche dei rimborsi.

I FONDI NON ARRIVERANNO PIÙ SCADENZA ANNUALE - Stretta sui rimborsi per le spese elettorali relative alle circoscrizioni all'estero. I fondi non arriveranno più con cadenza annuale. La commissione Affari Costituzionali della Camera, infatti, ha approvato un emendamento dei relatori Bressa e Calderisi al testo che riduce i rimborsi elettorali per i partiti.

LEGA NORD: AVEVAMO CHIESTO L’AZZERAMENTO COMPLETO - «Quando si è trattato di passare dalle parole ai fatti, dalle dichiarazioni in tv ai voti in Commissione, si è visto chiaramente chi bluffava e chi faceva sul serio: la Lega Nord è l'unica che ha chiesto l'abolizione totale del finanziamento pubblico ai partiti a cominciare dalla rata di luglio, mentre la maggioranza, con il parere concorde del Governo, si è limitata a chiederne solo il dimezzamento». Lo afferma in una nota Pierguido Vanalli, capogruppo della Lega Nord in commissione Affari Costituzionali della Camera.

MANTINI (UDC): IL TAGLIO C’E’ STATO MA NON BASTA - «Abbiamo innovato e dimezzato il finanziamento dei partiti, anche per il passato, pur creando centinaia di nuovi disoccupati. Abbiamo reso rigidi e trasparenti i controlli sui bilanci, anche se noi preferiamo il controllo della Corte dei Conti. Andiamo avanti con rapidità. Però l'Udc continuerà a chiedere che i partiti che accedono ai contributi e ai rimborsi pubblici abbiano statuti pubblici democratici, nella vita interna, nella scelta dei candidati, nel rispetto delle minoranze e dei diritti degli iscritti. Bisogna scriverlo subito senza rinvii a future riforme della disciplina dei partiti». Lo dichiara in una nota Pierluigi Mantini, responsabile riforme dell'Udc.

A PDL E PD DICIAMO: BASTA PARTITOCRAZIA - «A Pdl e Pd diciamo che non è tempo di partitocrazia. E bisogna scrivere che eventuali giacenze devono essere investite in titoli di Stato, italiano o dell'Unione Europea, e non in altro. E vogliamo anche che gli investimenti immobiliari dei partiti non possano andare a beneficio di dirigenti dello stesso partito. Il testo va nella giusta direzione, ma può essere migliorato in Aula, l'Udc chiede più rigore e trasparenza».

ECCO LE REGOLE PER ACCEDERE AI FINANZIAMENTI - Natura giuridica dei partiti politici, statuto, disciplina delle elezioni primarie e perdita del diritto ai rimborsi delle spese elettorali in caso di cessazione del partito. Sono i punti del testo base sull'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione messo a punto dal relatore Andrea Orsini (Pt) nel giorno in cui la commissione Affari Costituzionali della Camera ha concluso l'esame delle norme sul finanziamento pubblico ai partiti.

VASSALLO (PD): PER IL FUTURO BISOGNA CAMBIARE - Sul finanziamento ai partiti si è scelta una soluzione buona per l'immediato ma non per il futuro. Lo ha detto il deputato Pd Salvatore Vassallo: «L'accordo ABC resiste, purtroppo, sul finanziamento pubblico dei partiti. Il PdL ne aveva chiesto l'azzeramento. I vertici del Pd avevano posto rigorose condizioni sulle finalità della spesa, sui controlli e sui beneficiari, in coerenza con tratti fondativi e orientamenti ripetutamente ribaditi del nostro partito. Invece di tenere queste posizioni, i due gruppi hanno approvato, insieme, in Commissione, un progetto di legge tossico nel quale buone scelte per il breve termine sono inquinate da scelte sbagliate per il futuro».

FAVIA (IDV): PARTITI INGORDI - «Intascare al 50 per cento la tranche di luglio dei rimborsi 2008 - ha aggiunto - è un atto di arroganza insopportabile nei confronti dei cittadini che faticano ad arrivare alla fine del mese. Avevamo proposto di destinare qui soldi alla spesa sociale e al ripianamento del debito pubblico: la Casta ha detto no. E' una vergogna», ha affermato David Favia, capogruppo di Idv in commissione Affari costituzionali alla Camera, commentando la bocciatura dell'emendamento del suo partito che imponeva l'abolizione della rata di luglio.
«L'ingordigia dei partiti non si ferma neanche di fronte al risultati delle amministrative, che hanno dimostrato in maniera inequivocabile la volontà dei cittadini di cambiare questa politica autoreferenziale e sprecona», ha aggiunto David Favia.

SALTA L’OBBLIGO DI INVESTIRE IN BOT - I partiti non saranno obbligati a investire in Bot la liquidità derivante dai rimborsi pubblici. E' stato infatti approvato in commissione Affari Costituzionali della Camera un emendamento dei relatori Bressa-Calderisi al testo sul finanziamento pubblico ai partiti che cancella il divieto di investire la propria liquidità derivante dalla disponibilità di risorse pubbliche in strumenti finanziari diversi dai titoli emessi dallo Stato italiano.

DETRAZIONE FISCALE PER I PRIVATI CHE FINANZIANO I PARTITI - Avrà una detrazione fiscale del 38% chi eroga denaro fra i 50 e i 10mila euro mediante versamento bancario o postale in favore di partiti e movimenti che abbiano almeno un rappresentante eletto alla Camera, al Senato, al Parlamento europeo o a un Consiglio regionale. Lo prevede un emendamento dei relatori Bressa e Calderisi al testo sul finanziamento pubblico ai partiti approvato dalla commissione Affari Costituzionali della Camera.

PER AVERE I RIMBORSI PERLOMENO UN ELETTO - Per accedere ai rimborsi elettorali i partiti dovranno avere almeno un candidato eletto sotto il proprio simbolo. Lo prevede un emendamento dei relatori Bressa e Calderisi al testo sul finanziamento pubblico ai partiti approvato dalla commissione Affari Costituzionali della Camera. Ciascun partito o movimento politico, recita la norma approvata, «che abbia conseguito almeno un candidato eletto sotto il proprio simbolo alle elezioni per il rinnovo del Senato, della Camera, del Parlamento europeo o dei Consigli regionali», ha diritto al contributo pubblico «nel limite dei tre settimi dei rimborsi elettorali complessivamente attribuiti per ciascun anno. Sono versate all'entrata del bilancio dello Stato le quote dei contributi non attribuite».