Liberalizzazioni, Casini: Bisogna fare presto
Il leader dell'UDC: Ridurremo al massimo i nostri emendamenti. Finocchiaro (Pd): Decreto migliorabile. Di Pietro (Idv): Maggioranza ipocrita, ostaggio delle lobby. Gasparri (Pdl): Ok alla riduzione degli emendamenti
ROMA - Sulle liberalizzazioni bisogna fare presto. Lo ha spiegato il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, parlando in una conferenza stampa alla Camera.
«I partiti - ha osservato - in queste ore sono meta di pellegrinaggi di corporazioni che vorrebbero vedere rinviate questioni che invece non si possono più rinviare».
«Ridurremo al massimo i nostri emendamenti» al decreto in Senato, ha assicurato Casini. «Se poi gli altri li ritirano, li ritireremo anche noi. Più veloci si va meglio è».
Udc pronto a ritiro emendamenti - «L'Udc è pronta a ritirare gli emendamenti» al decreto liberalizzazioni «se anche gli altri partiti fanno lo stesso». Lo dice il presidente dei senatori dell'Udc, Gianpiero D'Alia.
«Nelle manovre di questa estate, con responsabilità - ricorda il capogruppo centrista - abbiamo ritirato i nostri emendamenti per consentire un rapido iter e un'altrettanta rapida approvazione. Ora la stessa responsabilità la devono dimostrare quanti sono maggioranza e sostengono il Governo del senatore Monti».
Finocchiaro (Pd): Decreto migliorabile - «Il Pd non ha nessuna intenzione di fare un lavoro inutile in Senato sul decreto liberalizzazioni, né vuole accumulare ritardi o perdersi in discussioni senza fine. La mole complessiva degli emendamenti si può sfoltire. Ma ragionare, in Senato, su come migliorare il decreto è possibile e noi pensiamo, per quello che ci riguarda, che il pacchetto degli emendamenti sottoscritti da tutto il gruppo del Pd possa essere un utile contributo a rendere più incisivo il provvedimento». Lo ha affermato Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato.
Di Pietro (Idv): Maggioranza ipocrita, ostaggio delle lobby - «Basta con le ipocrisie»: Antonio Di Pietro si è scagliato, rispondendo in sala stampa alla Camera alle domande dei giornalisti, contro le forze che sostengono il Governo ma hanno presentato migliaia di emendamenti al decreto sulle liberalizzazioni.
«Abbiamo a che fare - ha detto il leader dell'Idv - con una maggioranza Pdl, Pd, Terzo polo che dice di appoggiare il Governo senza se e senza ma ma presenta migliaia di emendamenti, in pratica riscrive il decreto».
«Siamo sotto schiaffo e ricatto - ha aggiunto Di Pietro - delle lobby che vogliono impedire le liberalizzazioni, è una maggioranza che non ha il coraggio delle proprie azioni».
Gasparri (Pdl): Ok alla riduzione degli emendamenti - «Avevo detto che il numero di emendamenti al decreto liberalizzazioni si sarebbe notevolmente ridotto, ma l'informazione ha prodotto ugualmente inutili allarmismi». Lo ha precisato il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, che in una nota ha aggiunto: «Ci sono centinaia di emendamenti che propongono le stesse soluzioni. I numeri calano, ma non la necessità di un serio esame parlamentare che nessuno deve tentare di comprimere».
«Il decreto - ha sottolineato ancora Gasparri - è pavido di fronte ai poteri forti. Gli faremo una iniezione di coraggio perché non tutti sono banchieri o portavoce di lobbies finanziarie o esponenti dei comitati d'affari dei servizi pubblici locali. Il Pdl - ha concluso - vuole una economia libera e sosterrà un numero limitato e qualificato di questioni».
Schifani: Rigoroso vaglio su ok a emendamenti - Il presidente del Senato, Renato Schifani, è intervenuto con una lettera al presidente della commissione Industria di palazzo Madama, Cesare Cursi, invitandolo «ad esercitare una scrupolosa e rigorosissima valutazione dell'ammissibilità degli emendamenti» al decreto liberalizzazioni, sia «sotto il profilo dell'attinenza al testo e alle finalità del provvedimento». Sono infatti 530 gli emendamenti identici presentati al Senato sul decreto-legge sulle liberalizzazioni. L'esame vero e proprio in commissione Industria riguarderà quindi un totale di 1.770 proposte.
La richiesta di Schifani, si legge in una nota del Senato, «al fine di vincolare strettamente il dibattito all'esame delle disposizioni oggetto del decreto, già in origine molto estese, ed evitare qualsiasi sconfinamento verso temi aggiuntivi ed estranei». Il presidente Schifani, inoltre, ha ricordato di essere intervenuto «già due volte in questa legislatura sui limiti di emendabilità dei decreti-legge, richiamando in proposito l'altissimo monito del presidente della Repubblica e la giurisprudenza della Corte Costituzionale». Il presidente del Senato ha scritto inoltre al presidente della commissione Bilancio, Antonio Azzollini, richiamando l'esigenza di «un rigorosissimo e tempestivo vaglio delle proposte emendative per quanto concerne la copertura finanziaria nel quadro dei principi dell'articolo 81 della Costituzione».