18 agosto 2025
Aggiornato 03:00
Sicilia è sinonimo di vittoria, in casa azzurra

Palermo, Casini e Fini «mollano» Alfano: il Pdl rischia «in casa»

Pressing del Pdl, ma l'Udc sceglie l'asse con Fli. Sfida in campo moderato. In pole Massimo Costa, dalla società civile il nome del Terzo Polo

ROMA - La Sicilia rischia di trasformarsi per Angelino Alfano nell'Isola che non c'è. O meglio, nell'Isola dove non c'è più quel successo che tutti si attendono, se non altro perché da almeno un decennio Sicilia è sinonimo di vittoria, in casa azzurra. Forte e radicata la presenza dei berlusconiani in un territorio per decenni marcatamente moderato e democristiano, poi straordinariamente azzurro e berlusconiano, infine - nonostante scissioni e scelte di Lombardo - a forte radicamento pidiellino. Ma la candidatura unitaria del Terzo polo, la scelta di Fli e Udc di siglare un'intesa sul nome di Massimo Costa rischia davvero di complicare il cammino del segretario nella sua Sicilia.
A via dell'Umiltà Sicilia è sinonimo di «cappotto», nel senso dell'ormai mitico 61 a 0 messo agli atti nel 2001 da Forza Italia e alleati. Questa volta si vota per il sindaco della città simbolo, quella Palermo da ormai 11 lunghi anni nelle mani di Diego Cammarata, ovviamente di Forza Italia.

Questa volta il Pdl era alla ricerca del sostegno dell'Udc. Nelle scorse settimane il canale di comunicazione non si era mai interrotto e coinvolgeva i vertici di Pdl, Udc e finanche Fli. Tramontata l'ipotesi di un'intesa pidielle-uddiccì, che avrebbe provocato uno scontro fratricida nel Terzo Polo - visto che Fli, Mpa e Api avrebbero giocato la partita con un altro candidato - alla fine l'intesa raggiunta sul nome di Costa sancisce una scelta strategica non irrilevante di Fini e Casini. Una sfida ad Alfano nella sua Sicilia.
Alla fine il Pdl potrebbe optare per il nome di Francesco Cascio. Certo è che si profila un quadro molto frammentato, con una spccatura profonda nell'area moderata, ma anche in un centrosinistra per ora profondamente diviso. Senza contare che molto dipenderà dal ruolo che assumerà nella sfida Gianfranco Micciché, molto vicino nelle ultime settimane al Terzo Polo e che non necessariamente sosterrà il candidato pidiellino.

In pole Massimo Costa, dalla società civile il nome del Terzo Polo - Un nome proveniente dalla società civile, capace forse di mettere d'accordo il Terzo Polo proprio in una delle città simbolo delle prossime amministrative. Si tratta di Massimo Costa, presidente del Coni siciliano, ricevuto oggi dal presidente della Camera Gianfranco Fini e dal leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, ma anche dal leader Mpa Raffaele Lombardo. Sul suo nome il Terzo Polo potrebbe siglare un'intesa capace di mettere nel contempo in difficoltà il Pdl proprio in una delle sue roccaforti. Secondo quanto riferiscono, Costa non sarebbe contrario a una candidatura che, avrebbe chiarito nel corso degli incontri, dovrebbe comunque essere all'insegna della discontinuità. Niente Pdl, insomma, discontinuità con Cammarata.
Costa, palermitano, 35 anni, avvocato, dal 2003 vicepresidente della scuola regionale dello sport «Giovanbattista Cartia», è componente della conferenza nazionale strutture territoriali del Coni e del comitato regionale per la Programmazione sportiva. E' stato presidente provinciale del Coni Palermo e dal 2005 è presidente del comitato regionale del Coni Sicilia.
La strada unitaria del terzo Polo potrebbe creare più di un grattacapo al Pdl e al suo segretario Angelino Alfano. Nelle scorse settimane si era ipotizzata un'alleanza tra il Pdl e l'Udc, fatto che avrebbe sancito una spaccatura tra il partito di Casini e Fli-Mpa-Api. Ora invece la possibilità di ricomporre il quadro terzopolista proprio in una delle città simbolo, Palermo. Rendendo ancora più complessa la corsa del candidato che sarà invece scelto dal Pdl.