28 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Costi della Politica

Pensioni, addio al retributivo per i dipendenti della Camera

Dal primo gennaio sistema contributivo come per tutti i cittadini. Domani la Presidenza del Senato vara i suoi tagli. Crosetto (Pdl): Basta differenze per Presidenza Questori. Mura (Idv): Sui vitalizi volevamo una riforma più radicale

ROMA - Nell'odierna riunione, l'Ufficio di Presidenza, sulla base degli indirizzi adottati lo scorso 14 dicembre in tema di riforma del trattamento pensionistico dei dipendenti della Camera dei deputati, ha deliberato a decorrere dal 1° gennaio 2012 l'introduzione del sistema contributivo pro-rata, l'innalzamento a 66 anni del requisito anagrafico per l'accesso alla pensione di vecchiaia e a 67 anni a partire dal 2021, l'innalzamento a 41 anni per le donne e a 42 per gli uomini dell'anzianità contributiva per l'accesso alla pensione anticipata. Lo rende noto un comunicato dell'ufficio stampa della Camera.
E' stato altresì deliberato, prosegue la nota, di recepire il contributo di perequazione per le quote di pensione dei dipendenti della Camera superiori ai 200.000 euro, previsto, nella misura del 15%, dal decreto-legge n. 201 del 6 dicembre 2011 per la generalità dei pensionati. Le modalità applicative delle misure previste da tali decisioni saranno definite, secondo cadenze differenziate, entro il 15 marzo 2012.

Domani la Presidenza del Senato vara i suoi tagli - Il Consiglio di Presidenza del Senato è convocato per domani alle 15, per le decisioni sul trattamento previdenziale e le competenze dei senatori. All'ordine del giorno, ricorda in una nota palazzo Madama, anche la ratifica del decreto firmato dal Presidente del Senato, Renato Schifani, giovedì 22 dicembre 2011, con il quale era stato disposto il recepimento immediato per i dipendenti di Palazzo Madama, a partire dal 1° gennaio 2012, dei punti essenziali della riforma pensionistica prevista dal decreto-legge sulla manovra economica.
In particolare, il provvedimento - firmato dal Presidente Schifani acquisito il consenso unanime delle organizzazioni sindacali - introduce il metodo contributivo pro rata per tutti i dipendenti e rende effettivo il prelievo di solidarietà del 15% sulle pensioni per la parte eccedente i 200 mila euro annui lordi, già applicato sulle pensioni pagate a gennaio.

Crosetto (Pdl): Basta differenze per Presidenza Questori - «L'ufficio di presidenza della Camera ha preso una decisione seria. Sarebbe altrettanto serio che presidente, vicepresidente, questori e segretari della Camera si mettessero anche loro per primi al livello di tutti gli altri parlamentari rinunciando a privilegi assurdi non solo per il paese, ma per tutti gli altri componenti dell'assemblea». Lo ha dichiarato il deputato del Pdl, Guido Crosetto.
«Si paghino come tutti gli altri i collaboratori, gli alloggi, ed inizino ad usare i taxi o i mezzi pubblici. Altrimenti danno l'impressione - ha ammonito- di voler fare bella figura solo a spese degli altri per preservare se stessi. Partano magari da spese assurde come quelle della Fondazione Camera, che non è esistita per decenni e che non serve a nulla e continuino con gli incomprensibili appannaggi e servizi per gli ex presidenti».

Mura (Idv): Su vitalizi volevamo una riforma più radicale - «Dopo aver già votato a dicembre contro i principi della riforma dei vitalizi, oggi in ufficio di presidenza ho ribadito il voto contrario al regolamento attuativo di tale riforma. Idv ha votato contro semplicemente perchè aveva chiesto una riforma più radicale di quella attuata con il passaggio al contributivo». Lo dichiara in una nota Silvana Mura, deputata di Idv e componente dell'ufficio di presidenza della Camera.
«Di fatto - prosegue - la riforma approvata non risolve il problema del costo economico che la Camera dovrà sostenere per le pensioni dei deputati, visto che due terzi della contribuzione è ora a suo carico per un totale di circa 2400 euro al mese a deputato e poi c'è il fatto che si applica in concreto solo ai deputati che verranno eletti nella prossima legislatura, lasciando completamente invariata la situazione dei tanti che sono cessati dal mandato e dunque percepiranno il vitalizio con il vecchio sistema. Nelle diverse occasioni in cui abbiamo posto questo problema ci è sempre stata opposta la questione dei diritti quesiti ed il rischio dei ricorsi, ma il fatto che già una ventina di ricorsi sono stati presentati anche nei confronti dell'attuale riforma è la dimostrazione che si poteva e doveva osare di più».