19 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Il Premier in visita a Tripoli

Liberalizzazioni: Monti ai partiti, sconsiglio di toccarne gli equilibri

Il Premier esprime innanzitutto una convinzione: Sono certo che anche questa volta prevarrà l'interesse generale. PD e Terzo Polo: Osare di più. Distinguo dal Pdl, ok da Alfano. I più critici restano Idv e Lega

ROMA - Il minimo comun denominatore delle forze politiche che compongono l'eterogenea maggioranza del governo è la richiesta di modificare il decreto liberalizzazioni. Per il resto, Pd Pdl e Terzo Polo mandano segnali differenti al presidente del Consiglio Mario Monti, fra richieste di correzioni di rotta e inviti a osare di più. Il premier, in visita a Tripoli, 'sconsiglia' i partiti di far venire meno la «logica d'insieme» dell'atteso provvedimento, promettendo comunque un nuovo giro di consultazioni con i partiti per «illustrare» le novità. Anche perché «abbiamo cercato di fare molto, bilanciando i carichi e i contributi di ogni categoria chiamata a dare per togliere il gesso dall'economia».
Il premier esprime innanzitutto una convinzione: «sono certo che anche questa volta prevarrà» l'interesse generale. Poi rileva: l'intento del Cresci-Italia non è quello di «alzare gli stipendi», ma avrà come conseguenza anche quella di «moderare il costo della vita». Come sempre certamente «il Parlamento è sovrano», aggiunge Monti, ma come governo «sconsiglieremmo far venir meno la logica di insieme.

Terzo Polo: Per noi è una cosa seria - Si vedrà nel corso dell'iter parlamentare, certo è che, pur tra distinguo e mal di pancia, le principali forze politiche non bocciano il testo. Il Terzo Polo, in particolare, continua nella scelta di vestire i panni di forza montiana. Il leader Udc Pier Ferdinando Casini, ad esempio, spiega su Twitter: «Per alcuni è un decretino, per altri un decretone... per noi è una cosa seria che né Prodi né Berlusconi avevano mai fatto». Francesco Rutelli, a nome dell'Api, sottoscrive e anzi chiede di «ampliare» il progetto. E Gianfranco Fini chiude il cerchio: «Monti ha preso di petto alcune questioni antiche, con la stessa determinazione ora tocchi i temi del lavoro».

Disagio nel PDL - Se il Terzo Polo acconsente, il partito che mostra maggiore disagio sembra essere il Pdl. Un cauto sostegno arriva dal segretario, Angelino Alfano: «Noi apprezziamo lo sforzo del governo, siamo a favore delle liberalizzazioni» se «riducono i costi e offrono servizi migliori: Se centrano questo obiettivo le sosterremo in Parlamento», dove comunque il testo «può essere migliorato». Ma sono in molti a marcare le distanze dal provvedimento, nel partito di Berlusconi. Chiede «miglioramenti» Gasparri, promette «approfondimenti» Cicchitto, mentre da Matteoli arriva una bocciatura: alcuni punti sono «inaccettabili».

Bersani: Monti abbia più coraggio - Se il Pdl chiede correzioni e guarda con attenzione ad alcune scelte che penalizzano categorie considerate di riferimento, il Pd dal canto suo invita l'esecutivo a insistere sul cammino intrapreso con maggiore coraggio. Il segretario Pier Luigi Bersani chiarisce: «Distanze da Monti? Io sono a sostegno di Monti senza se senza ma e senza tacere le nostre idee. Siamo entusiasti che dopo 5 anni di silenzi e arretramenti ci sia un governo che sta otto ore sul pacchetto largo di una manovra che copre un universo vastissimo e non nove minuti e mezzo sulla finanziaria. Ci sono cose significative, diciamo bene ma proporremo di fare di più in Parlamento». Alle Camere, assicurano Franceschini, Enrico Letta e Bindi, i democratici reclameranno miglioramenti: «Chiederemo di più».

I più critici restano Idv e Lega. Antonio Di Pietro prende le distanze: «Si poteva, anzi si doveva, essere molto meno timidi in materia di banche, assicurazioni ed energia, perché sono quelle le voci che fanno la differenza tra il fumo e l'arrosto». Netta la bocciatura del leghista Roberto Calderoli: «Ancora una volta il Governo dei pifferai magici approva un decreto legge che farà solo danni».