2 ottobre 2025
Aggiornato 06:00
Bersani: Se non cambia la legge elettorale, primarie Pd per i candidati

Parisi: Bene le primarie, ma non siano un alibi

In ballo c'è la credibilità del Parlamento. E' necesario abrogare il Porcellum. Anche Prodi a favore delle primarie per i Parlamentari. Enrico Letta: Bene l'appello del Colle, lo accolgano tutti

ROMA - La legge elettorale va cambiata, e se non sarà possibile il Pd farà le primarie per i candidati al Parlamento. Lo ha detto il segretario del partito Pier Luigi Bersani parlando all'assemblea democratica: «Io do per assunto che, nella malaugurata ipotesi che si arrivasse a votare con la legge attuale, e tenendo comunque conto di esigenze di equilibrio di genere, di territorio e di essenziali competenze, noi faremo le primarie per i parlamentari. Lo do per assunto, ma non intendo che la discussione si focalizzi su questo».

Parisi: Bene le primarie, ma non siano un alibi - «L'idea che il Pd scelga i candidati al Parlamento attraverso primarie, ancorché promosse dal partito e non invece regolate per legge, è certo buona e da sostenere senza esitazione. Primarie aperte e soprattutto vere. La debolezza dei partiti e la loro crescente delegittimazione non consente infatti a nessuno di immaginare che il Parlamento nazionale possa essere eletto ancora una volta da vertici delegittimati e procedure del tutto squalificate. Il sostegno manifestato da più parti al riguardo non può essere quindi che salutato con soddisfazione da parte di tutti coloro che in questo strumento riconoscono uno strumento determinante per difendere e far avanzare la democrazia dei cittadini». E' quanto afferma Arturo Parisi promotore delle primarie in Italia.

Necessario abrogare il porcellum - «Tuttavia non è questa la priorità del momento. Visto che la bocciatura del referendum abrogativo del Porcellum ci ha privati della possibilità che i cittadini possano fare quello che i partiti finora non hanno fatto, l'impegno principale e l'urgenza assoluta deve essere l'abrogazione del Porcellum. Le primarie di partito possono infatti, estendere, rafforzare il diritto dei cittadini di scegliere i propri rappresentanti. Le primarie per i candidati non possono invece in alcun modo sostituirsi, correggere, risarcire i cittadini del furto del loro diritto da loro subito a causa del Porcellum».
Parisi poi aggiunge: «che un parlamentare sia nominato da qualche migliaio di persone non è certo lo stesso che sia nominato da un tavolo di dirigenti di partito. Ma se poi la sua elezione non trova la propria radice nel voto della totalità dei cittadini cambia poco. Il fatto che un partito possa dire che la sua rappresentanza è stata scelta da centinaia di migliaia di persone è certo meglio della situazione presente. Ma il fatto che i suoi rappresentanti non abbiano ne' dietro ne' di fronte l'insieme dei cittadini, e per di più seggano in una Assemblea di nominati non è in condizione di sottrarre il Parlamento alla attuale grave delegittimazione. Riconquistare e riconsegnare ai cittadini il diritto che è stato loro sottratto è la premessa irrinunciabile, la condizione necessaria perché le primarie di partito siano una vittoria e non una sconfitta. Se le primarie dovessero per assurdo essere pensate come una subordinata, conclude Parisi, una resa alla impossibilità di abrogare il Porcellum, l'avanzare in questo momento questa subordinata è può rappresentare un alibi e allo stesso tempo offrire un contributo alla sconfitta dell'obiettivo principale. In ballo non è la presentabilità di un Partito, ma la credibilità del Parlamento. Nessun partito può pensare di salvarsi in un Parlamento dato per perduto».

Prodi a favore delle primarie per i Parlamentari - Romano Prodi si schiera a favore delle elezioni primarie anche per i parlamentari, secondo quanto riferisce oggi il quotidiano La Repubblica. «Se le primarie si potevano forse evitare quando c'era una seria struttura nei partiti - dice Prodi, che proprio dalle primarie fu incoronato candidato premier nel 2006 - oggi sono indispensabili».
Questo, secondo il professore, in considerazione non solo dell'attuale legge elettorale, ma anche della debolezza dei partiti. «Negli Stati Uniti in vista delle elezioni si organizzavano solo le primarie, quindi quello strumento era il punto più forte e importante dell'attività politica - spiega Prodi -. In Europa invece i partiti avevano strutture, dinamiche interne, modelli di carriere, curriculum da costruire. Si cominciava facendo i consiglieri comunali, poi magari si diventava consigliere provinciale, se eri bravo venivi indicato come assessore e così via».
Oggi le cose sono cambiate, in Italia i partiti hanno perso il loro ruolo di selezione della classe dirigente. «I partiti sono diventati sempre di più solo macchine elettorali - constata l'ex premier - e quindi le primarie diventano sempre più indispensabili».

Enrico Letta: Bene l'appello del Colle, lo accolgano tutti - «Accogliamo l'appello del Capo dello Stato sulla riforma della legge elettorale vorremmo che gli altri facessero altrettanto». Così Enrico Letta commenta a margine dell'assemblea nazionale del Pd commenta l'invito del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a calendarizzare quanto prima le riforme. «Ha fatto molto bene il presidente della Repubblica a dare un'indicazione forte per un impegno per le riforme che è fondamentale - ha aggiunto il vicesegretario del Pd - noi faremo il massimo».
E' «indispensabile cambiare il Porcellum»: «I partiti non nominano più i parlamentari, devono essere i cittadini ad eleggerli», afferma il vicesegretario del Pd Enrico Letta in un'intervista a Repubblica, in cui aggiunge: «Tutto il resto si può mettere sul piatto, sapendo che l'assetto bipolare è nel nostro atto di nascita come in quello del Pdl».
Letta precisa, però, che «se il Pdl pensa di poter fare un accordo con noi senza il Terzo Polo significa che non vuole cambiare il Porcellum. La nostra risposta è no». Ma se restasse in piedi l'attuale sistema di voto, «il Pd la sua scelta l'ha fatta da tempo. Nel documento dell'ultima assemblea nazionale è scritto chiaramente che noi faremo le primarie per le liste elettorali», ricorda. «Siamo ormai - aggiunge il vicesegretario del Pd - al disprezzo dei cittadini per la politica e uno dei fattori scatenanti è il Parlamento dei nominati».
Quanto all'alleanza con Idv e Sel, Letta spiega che «dipenderà da come Vendola e di Pietro si muoveranno rispetto ai temi dell'economia, dell'Europa e della società, non certo dal sistema di voto».