Legge elettorale, la Consulta decide se ammettere i referendum
La sentenza attesa in giornata o al massimo giovedì. Di Pietro: La Consulta non prenderà una decisione politica. Alfano: Pdl unanime vuole in ogni caso una nuova legge. Zaccaria (Pd): Superare comunque il Porcellum. Forum di Todi per la raccolta firme, la CEI attende la Consulta
ROMA - Saranno gli affreschi pompeiani della sala maggiore del palazzo della Consulta i testimoni del futuro della legge elettorale italiana, comunemente definita porcellum. E' in quella sala che da domani mattina i 15 giudici costituzionali si riuniranno in camera di consiglio per stabilire se il referendum abrogativo proposto dal Comitato guidato da Arturo Parisi e Andrea Morrone è ammissibile o meno.
Quello all'esame della Consulta, però, è un caso senza precedenti: in passato, infatti, i referendum in materia di legge elettorale sono stati sempre manipolativi, cioè cambiavano parti precise della legge in vigore, lasciando in vita un sistema di voto valido. In questo caso, invece, si tratta di un referendum abrogativo, per cui in sostanza gli alti giudici dovranno stabilire la possibilità di un eventuale ritorno al 'Mattarellum' una volta abrogato il porcellum.
Ecco perchè gli occhi del mondo politico sono puntati su piazza del Quirinale dove, a norma di legge, i giudici della Consulta dovranno valutare anzitutto se la richiesta referendaria è ammissibile o meno, verificando le condizioni di chiarezza, omogeneità e non contradditorietà dei quesiti e anche la matrice unitaria della richiesta. Due, infatti, sono i quesiti presentati: il primo chiede l'abrogazione totale della legge elettorale 'Calderoli', che ha introdotto il sistema maggioritario con un forte premio di maggioranza e liste bloccate. Il secondo chiede invece di abrogare le modifiche introdotte dal cosiddetto porcellum con l'obiettivo di lasciare intatte le norme del 'Mattarellum' che, ad avviso del Comitato promotore, potrebbero rivivere.
Il giudizio, come da prassi, avverrà in camera di consiglio. Prima di iniziare, gli avvocati dei comitati promotori terranno le loro conclusioni, sostenendo l'ammissibilità dei referendum e ribadendo le memorie già presentate alla Corte. Dopo queste esposizioni, si allontaneranno dalla camera di consiglio e i 15 giudici decideranno con un 'si' o un 'no' sull'ammissibilità della richiesta. Il verdetto potrebbe arrivare nella stessa giornata di domani o slittare a giovedì mattina.
Fra le note di colore, bisogna sottolineare che tra i giudici che stabiliranno l'ammissibilità dei referendum c'è anche Sergio Mattarella, avvocato, eletto dal Parlamento nell'ottobre 2011, colui che scrisse la legge elettorale che potrebbe tornare in vigore in caso di esito positivo del referendum. Tutte le forze politiche sono piuttosto concordi nel dire che, quale che sia l'esito della seduta di domani, bisognerebbe comunque mettere mano alla legge. Subito in caso di disco verde della Corte, visto che se ammesso il referendum dovrebbe tenersi in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno prossimi. I boatos parlamentari e giudiziari, però, continuano a dare la Corte piuttosto propensa a esprimersi sull'inammissibilità.
Di Pietro: La Consulta non prenderà una decisione politica - Antonio Di Pietro si dice convinto che la Corte costituzionale non prenderà «una decisione politica» ammettendo i referendum sulla legge elettorale, «ma rispetterò la decisione», assicura il leader di Idv a Tgcom24. «E' vero però - aggiunge alla vigilia dell'udienza della Consulta - che alcuni partiti avrebbero fatto a meno di questo referendum perché vorrebbero rilanciare il proporzionale o tenersi questo porcellum».
«Aspettiamo per rispetto le decisioni della Consulta sull'ammissibilità del referendum sulla legge elettorale, ma l'idea che alcuni partiti, alcuni organi di informazione dicano che sarà bocciato ci preoccupa perché vuol dire che qualcuno cerca di tramare contro, un tentativo di buttare in polemica valutazioni prettamente tecnico-costituzionali».
Alfano: Pdl unanime vuole in ogni caso una nuova legge - Il Pdl è compatto nella volontà di realizzare una riforma della legge elettorale indipendentemente dalla celebrazione o meno del referendum. «In attesa della decisione della Consulta sul referendum,il Pdl unitariamente ha sottolineato la necessità di modificare in ogni caso l'attuale legge elettorale al fine di restituire, ai cittadini, il diritto di scegliere i propri candidati» e intende «pervenire in tempi utili a una proposta da presentare al Parlamento». Lo ha annunciato il segretario del Pdl Angelino Alfano, illustrando il lavoro del tavolo sulle riforme del partito, riunito da questa mattina alle nove in parallelo a quelli su liberalizzazioni, rapporti con l'Europa e mercato del lavoro.
«Nel corso del tavolo sulle riforme istituzionali e sulla legge elettorale - ha spiegato ancora Alfano in una dichiarazione- è emersa l'assoluta convinzione di mantenere fermo il principio bipolare che consente ai cittadini di scegliere il Presidente del Consiglio, la maggioranza e il relativo programma elettorale». Quanto al tavolo, «i lavori proseguiranno nel più breve tempo possibile per «pervenire in tempi utili a una proposta da presentare al Parlamento».
Zaccaria (Pd): Superare comunque il Porcellum - «Indipendentemente dalla decisione che sarà presa dalla Consulta, bisogna arrivare a una riforma elettorale che permetta di superare il Porcellum». Lo ha detto Roberto Zaccaria, deputato Pd, vicepresidente della commissione Affari costituzionali della Camera.
«Frattini non può imputare al Pd timidezze su questo obiettivo, come ha fatto oggi in un'intervista. Siamo il solo partito che ha presentato una proposta di legge approvata dalla direzione nazionale e dai gruppi parlamentari - ricorda Zaccaria -. S'impegni piuttosto, l'esponente del Pdl, a contrastare tutte le resistenza e ad avviare l'iter di una riforma attesa dai cittadini a cui va restituito il potere di scelta dei suoi rappresentanti in Parlamento».
Pisicchio scrive a Fini: subito la riforma - Pino Pisicchio, capogruppo dei deputati di Alleanza per l'Italia ha scritto una lettera al Presidente della Camera Gianfranco Fini per chiedere che il Parlamento discuta e approvi, al più presto, una nuova legge elettorale nella convinzione che «la distanza prodotta dalle leggi elettorali tra eletti ed elettori è la principale causa dell'ondata di antipolitica che caratterizza questa fase della storia dell'Italia repubblicana».
«Quale che possa essere - ha sottolineato - la decisione che la Corte Costituzionale assumerà nelle prossime ore sui referendum elettorali, il Parlamento non potrà esimersi dal porre con urgenza il tema della riforma delle regole per eleggere i rappresentanti del popolo italiano». Secondo l'esponente del Terzo polo, «è necessario intervenire partendo dalle numerose proposte di riforma, di iniziativa parlamentare, presentate dall'inizio della legislatura, «così da garantire al cittadino, fin dal prossimo turno elettorale, di tornare ad essere l'unico arbitro, giudicando dei comportamenti di ogni parlamentare e restituendo alla rappresentanza l'onore e la dignità della responsabilità personale».
«E' difficile difendere la dignità del Parlamento e la dignità personale dei tanti parlamentari che onestamente esercitano il loro mandato - scrive Pisicchio al Presidente Fini - quando la selezione della rappresentanza viene sottratta alla sanzione dell'unico legittimo titolare della sovranità, il cittadino elettore».
Forum di Todi per la raccolta firme, la CEI attende la Consulta - E' tutto pronto, o quasi, per il lancio di una raccolta di firme su tutto il territorio nazionale per cambiare la legge elettorale. A organizzarlo, da settimane, sono le sette associazioni cattoliche protagoniste del Forum di Todi ad ottobre: Cisl, Movimento cristiano lavoratori, Compagnia delle opere, Confcooperative, Confartigianato, Acli e Coldiretti. Le idee non sono perfettamente concordi. E la prossima decisione della Corte costituzionale sul referendum elettorale, tuttavia, rende tutto più incerto. Tanto che la Conferenza episcopale ha deciso di tenere un atteggiamento di massima prudenza. Ed avrebbe consigliato alle sette sigle di Todi di attendere la sentenza della Consulta prima di lanciare la raccolta di firme.
Il Forum di Todi, peraltro, ha le idee piuttosto chiare. L'attuale legge elettorale, disse nella cittadina umbra Andrea Bonanni, va cambiata «per reintrodurre le preferenze e restituire fiducia alla politica». Per il leader Cisl, «passare dal Porcellum al Mattarellum sarebbe come passare dalla padella alla brace».
Il Forum, peraltro, aveva già proposto in un manifesto pubblicato a luglio una legge elettorale «su base proporzionale» che reintroduca le preferenze. Ora l'idea è di tornare in campo, dopo la nascita del Governo Monti, con una seria di iniziative: un incontro nazionale; la stesura di un documento per una piattaforma politica che faccia da base ad una nuova formazione politica; e la raccolta di firme per una mozione popolare che chieda una nuova legge elettorale. Dopo, comunque, la sentenza della Consulta.
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