24 aprile 2024
Aggiornato 08:00
Il Governo di Mario Monti

Partiti al buio sulle misure, bilaterali per i paletti dei leader

Forse giovedì gli incontri, voglia di «incidere» ma i margini sono stretti. I partiti sanno ancora poco e, dopo le previsioni di recessione per l'Italia diffuse oggi dall'Ocse, temono che saranno dolori quando Mario Monti scoprirà le carte

ROMA - Sarà che oggi era il Btp-Day, fatto sta che i principali partiti che sostengono Monti ufficialmente sembrano soldatini pronti ad obbedire: «Lasciate lavorare Monti», ha detto Silvio Berlusconi; «il Governo presenti i suoi programmi, poi in Parlamento si discute», ha fatto eco Pier Luigi Bersani. Rassicurazioni formali a cui corrisponde però un lavorio più o meno esplicito per «indirizzare» il Governo, dal momento che, secondo quanto ammettono sia esponenti del Pd, che del Pdl e del Terzo polo, se i filoni di intervento sono ormai stati individuati, «l'equilibrio tra le varie misure ancora non è chiaro». I partiti sanno ancora poco e, dopo le previsioni di recessione per l'Italia diffuse oggi dall'Ocse, temono che saranno dolori quando Mario Monti scoprirà le carte.

L'«avarizia comunicativa» del Premier - E, d'altra parte, scoprire praticamente dalle agenzie i nomi dei sottosegretari «selezionati» dalle rose di candidati non dev'essere stato esattamente piacevole, per i leader che sostengono l'esecutivo. E non tanto per una questione sostanziale, piuttosto perché il metodo scelto da Mario Monti lascia intendere che «l'avarizia comunicativa» dell'esecutivo non riguarda solo la stampa. Fin quando si tratta della squadra di sottogoverno passi, diverso il caso dei primi provvedimenti «impressionanti» (copyright Merkel) che l'ex commissario Ue illustrerà ai leader prima del Consiglio dei ministri previsto per lunedì 5. Una serie di «bilaterali» che Monti vorrebbe tenere parecchio a ridosso del varo dei provvedimenti - probabilmente giovedì (o al massimo venerdì) - e che con ogni probabilità non saranno all'insegna di quella 'diplomazia del tunnel' tanto cara ai segretari di Pd e Pdl.

Le preoccupazioni di PD e PDL - In fondo, basta leggere le dichiarazioni pubbliche degli stessi Bersani e Alfano cogliere, in maniera più o meno esplicita, le preoccupazioni di Pd e Pdl. Alfano, per esempio, anche oggi ha ricordato che «il Pdl ha sempre detto no alla patrimoniale 'secca'» ed ha aggiunto che Monti deve trovare un «punto di equilibrio» realizzando un «mix di misure» prese dai «programmi dei partiti». Il segretario Pd ha ribattuto: «Non amo sentire questi condizionamenti preventivi perché così non si va da nessuna parte. Ciascuno stia al suo posto». In realtà, lo stesso Bersani nell'intervista al Messaggero di questa mattina ha ribadito con garbo i 'paletti' posti dal responsabile economia del partito Stefano Fassina sabato scorso: la manovra deve avere un «impatto recessivo minimo», dovrebbe contenere un «imposta sui grandi patrimoni immobiliari» e sarebbe bene avere «prudenza» nel ritoccare l'Iva. E anche Bersani, in un'intervista, ha chiesto a nome del Pd la deroga al patto di stabilità per i Comuni virtuosi.

La mancanza di dettagli, di fatto, un po' aumenta l'ansia dei partiti. E' vero che non mancano contatti con i singoli ministri e con lo stesso Monti, ma certo mancando ministri politici per Bersani e Alfano si crea un problema di «black out», con Monti che vuole evitare fughe di notizie e annunci a vuoto. «Non hanno voluto i politici al Governo - commenta un parlamentare Pd - adesso i partiti non possono lamentarsi». I margini di azione dei due principali partiti, però, restano limitatissimi. Difficile alzare troppo l'asticella su provvedimenti reclamati dall'Europa, quasi impossibile mettere in discussione un governo appena nato, assolutamente impraticabile porre veti prima del varo delle misure.
Pare infine, stando alle ultime indiscrezioni, che il pacchetto di riforme su pensioni e lavoro potrebbe arrivare in un secondo momento, rispetto al decreto con le misure di correzione dei conti che sarà presentato entro il 5 dicembre. I contatti del Pd con il ministro Elsa Fornero andrebbero in questa direzione. E Monti ha sempre ripetuto che serve un confronto con le parti sociali su queste materie e difficilmente riuscirà a fare tutto entro questa settimana.