Caso Claps: condannate a 30 anni Danilo Restivo
La requisitoria del PM Volpe: «Restivo meritava l'ergastolo». Altre udienze giovedì e venerdì. Libera: A Salerno si consuma atto di ingiustizia. Comune di Potenza e associazione Telefono Donna parti civili. Il fratello di Elisa: La Chiesa ha mentito fino al ritrovamento. Mamma Filomena: Questo processo non fa giustizia a Elisa
SALERNO - I Pm della Procura di Salerno hanno chiesto 30 anni di carcere per Danilo Restivo, unico imputato per l'omicidio di Elisa Claps. Si tratta del massimo della pena prevista per il rito abbreviato. La requisitoria del pm Rosa Volpe, titolare delle indagini sul caso Claps, è durata circa dieci ore. «Restivo - ha detto la Volpe - meritava l'ergastolo» ma in caso di rito abbreviato «tale pena è sostituita con quella di 30 anni di reclusione».
E' poi stata chiesta l'interdizione per sempre dai pubblici uffici e la libertà vigilata per tre anni dopo l'espiazione della pena. Gli altri reati a carico di Restivo, che avrebbero potuto far scattare l'ergastolo, vale a dire la violenza sessuale e l'occultamento di cadavere, sono tutti prescritti.
In aula, oltre ai pm e al gup Elisabetta Boccassini, erano presenti il legale della famiglia Claps, Giuliana Scarpetta, e il difensore dell'imputato, Mario Marinelli. Restivo ha rinunciato alla possibilità di collegarsi in videoconferenza dal carcere inglese in cui sta scontando l'ergastolo per l'omicidio di Heather Barnett. Le altre due udienze si svolgeranno giovedì e venerdì, giorno in cui l'avvocato Marinelli presenterà la difesa del suo assistito. Subito dopo sarà emessa la sentenza a carico di Restivo.
Libera: A Salerno si consuma atto di ingiustizia - «A Salerno si sta consumando un profondo atto di ingiustizia: c'è una famiglia che ha dovuto aspettare 18 anni per avere giustizia. Chiediamo un atto di pietà verso la famiglia da parte di coloro che all'epoca occultarono il cadavere e di quanti sono a conoscenza di come è avvenuto il ritrovamento del corpo di Elisa». E' quanto ha comunicato l'associazione Libera da sempre al fianco della famiglia Claps nella ricerca della verità sull'omicidio di Elisa. Don Marcello Cozzi, referente dell'associazione in Basilicata, si è detto disponibile a raccogliere eventuali confessioni sull'occultamento e il vero ritrovamento del cadavere. «Metto a disposizione il mio vincolo sacramentale della confessione per chi voglia parlare, la mamma di Elisa - ha detto don Cozzi - non può aspettare altri 20 anni per conoscere la totale verità».
Comune di Potenza e associazione Telefono Donna parti civili, rigettata la richiesta della Chiesa - Il Comune di Potenza e l'associazione Telefono Donna del capoluogo lucano, saranno parti civili nel processo a carico di Danilo Restivo per l'omicidio di Elisa Claps. Il gup Elisabetta Boccassini ha accolto le richieste di costituzione poichè il caso Claps è «una ferita aperta per la città di Potenza» e anche «una vicenda simbolo della violenza contro le donne». Dunque, oltre alla famiglia Claps, anche la città di Potenza e l'associazione antiviolenza sulle donne, sono considerate parti lese. Rigettata solo la stessa richiesta avanzata dalla Chiesa.
Il fratello di Elisa: La Chiesa ha mentito fino al ritrovamento - «Mi auguro che il giudice rigetti la richiesta della Chiesa. Hanno mentito fino al ritrovamento». E' quanto ha affermato Gildo Claps, fratello di Elisa, con riferimento alla decisione della Diocesi di Potenza di costituirsi parte civile nel processo a carico di Danilo Restivo che si sta celebrando nel Tribunale di Salerno. «E' una vergogna, è una farsa, è grottesco - ha aggiunto Claps - fino all'ultimo ho sperato che la chiesa non prendesse questa decisione. Come possono farlo, loro che sapevano? Come possono farlo, visto che Elisa è stata ritrovata in un sottotetto di una chiesa, dove è stata uccisa».
Mamma Filomena: Questo processo non fa giustizia a Elisa - «Questo processo non fa giustizia a mia figlia». E' quanto ha affermato Filomena Iemma, la mamma di Elisa Claps, prima di entrare nel Tribunale di Salerno dove oggi si celebrerà la prima udienza del processo all'imputato dell'omicidio, Danilo Restivo. La donna si è detta non soddisfatta del rito abbreviato: «Da questo rito - ha detto - non può uscire quello che desideravo, non sapremo mai chi ha aiutato Danilo».
Filomena Iemma, dal 1993, non ha mai mancato un appuntamento che riguardasse la ricerca della verità sulla scomparsa prima, e sull'omicidio poi, della figlia Elisa. Ma, a distanza di 18 anni, non avrà la possibilità di guardare in faccia l'accusato dell'assassinio che ha rinunciato alla possibilità di collegarsi in videoconferenza con l'aula del Tribunale di Salerno. Restivo è attualmente rinchiuso nel carcere inglese di Winchester dove è stato condannato all'ergastolo per la morte di Heather Barnett, omicidio compiuto dalla «stessa mano di quello di Elisa», dissero a giugno i giudici inglesi.