Fini: Il problema dell'Italia è il cuoco, non la ricetta
Il Presidente della Camera: Dopo Berlusconi no al «governicchio», larghe intese o si vada a votare. Il Terzo Polo non fa le primarie nè si allea con i secessionisti. Rotondi: Larghe intese? Con Fini nemmeno le piccole. Bondi: Fini manca di responsabilità verso le Istituzioni
ROMA - «Ormai il problema dell'Italia è il cuoco, non la ricetta». E di fatto «il governo Berlusconi non c'è più: la sola chance che è di galleggiare ancora un pò, con effetti devastanti per il Paese». A poche ore dall'inizio del vertice G20 a Cannes con al centro il «caso Italia», il presidente della Camera Gianfranco Fini ha sparato 'alzo zero' sul Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Auspicando un nuovo governo di larghe intese o in alternativa elezioni al più presto.
«L'Italia - ha detto fra l'altro Fini, ospite a Raitre su Agorà - non è la Grecia: si può salvare, non credo sia destinata al fallimento. Ma qualunque misura anticrisi in larga misura produce effetti secondo chi è che lo presenta. Un provvedimento preso da un governo credibile produce sicuramente effetti. Un provvedimento 'Topolino' come quello ieri deciso ieri dal Consiglio dei ministri in una situazione grave come quella italiana da parte di un Governo che ha un Premier che ha credibilità zero perchè ormai non viene più creduto, non serve a nulla. In quale democrazia seria del mondo c'è un Governo con un Premier e un ministro dell'Economia che non si parlano o se parlano litigano? Che credibilità può ancora avere il nostro Governo...?«
Quanto al dopo Berlusconi, '«nessuno auspica - ha detto ancora Fini- che Berlusconi se ne vada per dar vita a un governicchio. Se non si riesce a dar vita ad un governo di larghe intese composto da tutte le forze che si sentono in grado di presentare grandi sacrifici bene, altrimenti meglio andare a votare».
Berlusconi burattino politico, si faccia da parte - «Silvio Berlusconi ha ora nelle sue mani non solo le sorti del Paese ma anche il suo personale futuro. Io resto convintissimo che negherà l'evidenza, tentando di sopravvivere fino a dicembre per andare a votare il prossimo anno con questa legge. Ma sbaglia se davvero sceglierà la linea del 'muoia Sansone con tutti i filistei' sfidando ancora il Parlamento a sfiduciarlo per provare ad andare ancora avanti magari per un voto e dicendo no a un governo di larghe intese per salvare tutti insieme il Paese. Perchè su quella che sarà la sua scelta gli italiani lo giudicheranno comunque. Credo - ha detto- che tutti gli sarebbero grati se dicesse a suoi deputati e senatori di aver deciso di fare un passo di lato...».
«Quello che serve al Paese - ha detto ancora fra l'altro Fini - non può essere certo un nuovo governiccchio del ribaltone. Io mi auguro si formi una maggioranza per salvare quello può ancora salvare». Ma la condizione prima è che a guidarla sia un nuovo Premier affidabile per i mercati e l'Europa. «Berlusconi - ha accusato Fini - e' stato imbattibile quando aveva la capacità di spiazzare e non seguire i riti. Ora però non si è accorto che è diventato il burattino principale del teatrino della politica italiana...«
Fini ha detto ancora di «non aver più avuto rapporti diretti» con Berlusconi «nè istituzionali nè personali» con Berlusconi dal giorno della «mia cacciata dal Pdl». «Quelli istituzionali fra Presidente della Camera e Governo - ha spiegato - sono tenuti dal dottor Letta». Mentre con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti «i rapporti sono stati più facili» anche dopo l'uscita di Fini dal Pdl.
Il Terzo Polo non fa le primarie nè si allea con i secessionisti - «Niente primarie per il terzo polo. Abbiamo cose più serie di cui occuparci. Il problema non sono la candidature - ha detto ancora Fini - o le alleanze contro qualcuno ma solo la definizione dei programmi. Il terzo polo non può essere l'alleanza tra soggetti politici che devono salvare se stessi. Alle prossime elezioni andremo da soli».
In particolare, Fini ha esplicitamente escluso la possibilità di nuove intese con la Lega se confermerà la scelta del ritorno al secessionismo. «Se la Lega - ha detto- pensa di rispolverare la bandiera della secessione, visto per ora il fallimento del federalismo, tra noi e loro c'è un abisso, totale incomunicabilità e impossibilità di sedersi a un tavolo. Se rimane invece nell'ambito di un movimento che auspica la trasformazione in senso federalista dello Stato, è diverso , ci abbiamo già governato».
Rotondi: Larghe intese? Con Fini nemmeno le piccole - «Al presidente Fini che rilancia le larghe intese, mi permetto di ricordare che tra noi non hanno funzionato nemmeno le piccole». Lo dichiara in una nota il ministro per l'Attuazione del Programma, Gianfranco Rotondi.
Bondi: Fini manca di responsabilità verso le Istituzioni - «La crisi del Paese, che è soprattutto una mancanza di responsabilità e di rispetto verso le istituzioni, si manifesta in maniera clamorosa quando il presidente della Camera dei deputati polemizza con il governo nel giorno stesso in cui esso è presente e impegnato in uno dei vertici internazionali più importanti chiamato ad assumere decisioni fondamentali per il futuro del mondo». Lo afferma in una nota il coordinatore del Pdl Sandro Bondi.