Legge elettorale: Berlusconi, possiamo rendere inutile il referendum
Il Presidente del Consiglio: «Con qualcosa da inserire nella riforma dello Stato». Belisario (Idv): Il Premier cerca il trucco per vanificare il referendum. La causa contro il «Porcellum» rinviata al 22 marzo 2012
ROMA - «Ci sarà il referendum» sulla legge elettorale «ma potremo renderlo inutile con qualcosa da inserire nella riforma dell'architettura istituzionale. Siamo disponibili a modificare la legge elettorale con l'introduzione delle preferenze». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, rivolgendosi ai parlamentari del Pdl durante una riunione al gruppo alla Camera.
Belisario (Idv): Il Premier cerca il trucco per vanificare il referendum - «Berlusconi ha una inguaribile avversione per la democrazia e una sempre più evidente paura del giudizio degli elettori, per questo è terrorizzato alla sola idea che si tenga un referendum, per questo vuole a tutti costi vanificare il ricorso alle urne per abrogare la legge elettorale porcata di Calderoli». Lo afferma in una nota il capogruppo dell'Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario.
«Come ha già fatto per il nucleare, quando gli è andata però male - prosegue - il premier sta preparando un altro misero e arrogante trucco per impedire agli italiani di esprimersi con quello straordinario strumento di democrazia diretta che è il referendum. Il perché è evidente: vuole continuare a controllare gli eletti e ad avere la sua corte di nominati sempre pronta ad obbedire. Un imbroglio destinato a fallire, come già è successo per il nucleare: il referendum si farà e restituirà finalmente agli italiani il diritto di scegliere chi mandare in Parlamento».
La causa contro il «Porcellum» rinviata al 22 marzo 2012 - E' stata rinviata al prossimo 22 marzo la causa civile intentata da un gruppo di una ventina di cittadini che chiedono che la Corte Costituzionale valuti la validità e la congruità dell'attuale legge elettorale denominata «Porcellum». I promotori della causa sostenuti dall'ex ministro della Difesa Arturo Parisi e dal costituzionalista democratico Vittorio Angiolini hanno ribadito la rilevanza di un possibile pronunciamento del tribunale milanese a favore del sospetto di incostituzionalità dell'attuale normativa elettorale. Se infatti il giudice in appello, contrariamente a quanto avvenuto in primo grado, rinviasse la legge davanti alla Consulta, la Suprema Corte potrebbe giudicare il Porcellum prima ancora di valutare l'ammissibilità del referendum abrogativo vanificando così l'ipotesi, caldeggiata da più parti, di elezioni politiche anticipate con l'attuale normativa.
«A noi non interessa in questo momento quale sia il modello migliore di legge elettorale per l'Italia - ha detto l'avvocato Aldo Bozzi, promotore della causa civile contro il Porcellum - noi vogliamo ricondurre alla legalità la normativa elettorale.
Aver votato un Parlamento con una legge elettorale anticostituzionale è secondo noi l'origine di tutti i recenti mali della politica italiana». I promotori della causa ritengono infatti che il Porcellum sia anticostituzionale in primis perchè violerebbe la libertà e l'uguaglianza del voto ai cittadini e in secondo luogo perchè il premio di maggioranza senza soglia minerebbe alla razionalità del risultato elettorale, dal momento che teoricamente potrebbe regalare il 60% dei seggi anche a una coalizione che ha raggiunto un risultato esiguo. «La legge Acerbo che permise ai fascisti di vincere le elezioni - ha chiosato Angiolini - era più moderata di questa nell'alterare il voto popolare».
Per l'avvocato Aldo Bozzi «quella di oggi resta l'unica possibilità per evitare che gli italiani siano costretti a votare ancora con una legge elettorale sospetta di incostituzionalità».
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