19 agosto 2025
Aggiornato 00:30
Per il Ministro il Premier avrebbe dovuto tagliare le tasse

Galan a Berlusconi: «Il tuo problema sono le promesse mancate»

L’ex governatore del Veneto sostiene che gli italiani sarebbero disposti a perdonare i comportamenti del Premier, ma si sentono delusi dal Cavaliere. «Ora, però, spacchettiamo Tremonti», è la ricetta di Galan

ROMA - Al Premier Galan ha scritto una lettera per dire che «la via maestra è stata smarrita» ma la risposta non è arrivata, «non c'è bisogno - dice il ministro -, so che Berlusconi la pensa in modo molto simile, ma qualcosa gli impedisce di reagire». Sarà anche il contenuto delle intercettazioni?»

Galan: «Gli italiani sono interessati alle tasse, non alle escort» - Gli italiani passerebbero sopra i comportamenti privati di Silvio Berlusconi, a patto che mantenga le promesse, in primis sul taglio delle tasse. Lo dice Giancarlo Galan, ministro per i Beni Culturali, al Corriere della Sera.

Berlusconi ha deluso i sogni che aveva alimentato - «Ho la sensazione che questi comportamenti del Premier gli italiani siano anche disposti a perdonarli» mentre «quel che gli elettori non ci perdonano è non aver mantenuto le promesse, non aver realizzato i sogni che avevamo alimentato».

Prima di pensare a Casini «spacchettiamo» Tremonti - Ora «prima di trattare con Casini» bisogna «rinegoziare il patto con gli elettori» e poi puntare sul fisco, «il nostro obiettivo doveva essere abbassare le tasse e invece Tremonti..». Bisogna «spacchettare il ministero» perché «in nessun Paese civile tutte le competenze vengono affidate ad una sola persona. Bilancio, economia, finanze..».

Mantovano: «Serve sobrietà, ma ora nessun passo indietro» - «Le vicende personali di Berlusconi creano disagio, sarebbe auspicabile una condotta di vita più sobria». Lo dice Alfredo Mantovano, sottosegretario agli Interni, al Messaggero, rompendo il velo dell'imbarazzo nel partito per il contenuto delle intercettazioni e invitando Angelino Alfano a sfidare Umberto Bossi sulle pensioni.
Berlusconi dunque dovrebbe avere una «condotta più sobria» ma «ha avuto un mandato dagli elettori ed è giusto che vada avanti» perché «in una fase di crisi così delicata non è il momento di passi indietro». La strada è semmai quella della convergenza con l'Udc, che deve «superare le pregiudiziali centriste sulla persona di Berlusconi» e lavorare «su questioni di programma serie e significative a cominciare dalla riforma del sistema pensionistico». La Lega è contraria ma «voglio vedere Bossi alla prova dei fatti. Non ce la vedo una Lega che invece di difendere la riforma Maroni sulle pensioni scritta tra il 2001 e il 2005 difende la ben peggiore riforma Prodi venuta dopo». E Alfano dovrebbe «cominciare a dare segnali di concretezza. Il primo deve essere quello di abbandonare la strada dell'imposizione di nuove misure fiscali e di avviare una trattativa seria sulle pensioni».