Processo Mills: i giudici cancellano dieci testimoni
Niccolò Ghedini: «Strozzano il processo pur di fare presto». Intanto a Napoli la Procura esclude ultimatum a Berlusconi e aspetta il tribunale del riesame per Tarantini e La Vitola. Fabrizio Cicchitto al contrattacco: «Se sono così irresponsabili da spingersi all’accompagnamento coatto del premier il Parlamento farà muro»
MILANO - Per il 28 ottobre è programmato invece l'interrogatorio in aula dell'imputato Berlusconi. I giudici nell'ordinanza spiegano che saranno utilizzate le deposizioni dei testimoni rese nel precedente processo al solo Mills.
Con una ordinanza decisamente a sorpresa i giudici del processo in cui Silvio Berlusconi è accusato di corruzione in atti giudiziari hanno deciso di tagliare una decina di testimoni, di rinunciare all'udienza di Londra già programmata da tempo e di rinviare il processo al prossimo 24 ottobre quando sarà sentito come testimone David Mills, il legale inglese che sarebbe stato corrotto dal fondatore di Fininvest per dire il falso in due processi.
Durissima è stata la reazione degli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo, secondo i quali «la presenza della difesa è ormai superflua in questo processo perché i giudici senza farci interloquire hanno tagliato tutti i testimoni». I due avvocati hanno fatto notare che neanche il pm aveva chiesto di tagliare i testimoni in modo così radicale.
Ghedini: «Il Tribunale nega se stesso pur di danneggiare il Premier» - «Il Tribunale ha rinnegato se stesso revocando la propria ordinanza a missiva, evidentemente riteneva che i tempi non fossero rapidi». Con queste parole l'avvocato del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi Niccolò Ghedini si è espresso, al termine dell'udienza sul caso Mills, subito dopo la lettura della ordinanza con cui il collegio presieduto dal giudice Vitali ha 'tagliato' l'audizione di alcuni testimoni così come richiesto dalla Procura.
«Ci viene inibito di sentire i testi», ha continuato l'avvocato, sottolineando «l'impossibilità di fare questo processo. Questa difesa è stata inibita fin dall'inizio, oggi c'è stato un suggello finale». Ghedini ha definito poi incredibile la decisione: «Mi stupisco di stupirmi, ormai nei processi a Berlusconi ho visto di tutto», ha concluso.
La procura di Napoli l’accompagnamento coatto estrema ratio - L'inchiesta sulla presunta estorsione ai danni del premier Silvio Berlusconi prosegue. I magistrati della Procura di Napoli intendono attendere le prossime tappe dell'indagine prima di definire la procedura per una possibile audizione del presidente del Consiglio che per gli inquirenti resta da ascoltare come parte lesa. Mercoledì ci sarà l'udienza davanti al tribunale del Riesame, chiamato a pronunciarsi sulla misura cautelare nei confronti dell'imprenditore Giampaolo Tarantini e del giornalista Valter Lavitola (il primo in carcere dal primo settembre, il secondo ancora latitante all'estero).
Davanti ai giudici sarà valutata anche la questione sulla competenza territoriale dell'inchiesta, questione determinante per il futuro dell'indagine. Per i difensori degli indagati e per i legali del premier, il fascicolo dovrebbe passare ai pm di Roma.
I pm napoletani, intanto, continuano gli accertamenti investigativi, la ricerca di riscontri e approfondimenti alle dichiarazioni di Tarantini.
Quanto alla rosa di date per un possibile incontro del Premier con i pm, scaduta ieri sera, il capo della Procura di Napoli, Giovandomenico Lepore, ha chiarito che non si è trattato di un «ultimatum» e tornando sull'eventualità di un accompagnamento coatto ha spiegato che si tratterebbe di una procedura da adottare in «estrema ratio».
Cicchitto: «Il Parlamento farà muro per proteggere Berlusconi» - Se i magistrati di Napoli disponessero l'accompagnamento coatto del presidente del Consiglio, «noi gliela rimandiamo subito indietro».
Lo ha spiegato il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, interpellato a Montecitorio. «Spero - ha detto riferendosi ai pm - che non facciano un atto di così grave irresponsabilità e così marcatamente destabilizzante, ma se accadesse tutto il Parlamento dovrebbe rispondere. Noi glielo rimandiamo indietro». In ogni caso, se pure il premier si rifiuta di essere ascoltato nell'ambito dell'inchiesta su un presunto ricatto ai suoi danni, «non vengono a prenderlo i Carabinieri, non siamo ancora ai tempi di Pinochet...».
Picierno (Pd): «Berlusconi si presenti al più presto davanti ai giudici» - «I magistrati devono essere messi nelle condizioni di poter svolgere il proprio lavoro con serenità e queste continue ingerenze della maggioranza sul loro operato non aiutato affatto. Cicchitto invece di trasformare il gruppo del Pdl e tutto il parlamento in un'appendice del collegio difensivo di Berlusconi dovrebbe pretendere comportamenti istituzionali decorosi e massima trasparenza». Così la deputata democratica Pina Picierno attacca il capogruppo Pdl alla Camera sull'inchiesta Tarantini nella quale il premier viene chiamato a testimoniare.
«Il presidente del consiglio dovrebbe smetterla di mettere in campo cavilli da azzeccagarbugli e dovrebbe presentarsi al più presto davanti ai giudici che chiedono di sentirlo come testimone», conclude la deputata del Pd.
Luigi Li gotti (Idv): «Il Parlamento non è l’ufficio legale del Premier» - «Ormai il Parlamento è ridotto a succursale di un ufficio legale del premier». Lo dice il senatore Luigi Li Gotti, capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione Giustizia.
«La difesa di Berlusconi - prosegue - non vuole che il suo cliente deponga come teste a Napoli e subito scatta il soccorso rosso del capogruppo Cicchitto che annuncia 'l'aiutino' del Parlamento, proclamando che il voto sarà contro l'accompagnamento coatto. Cosa dirà il Pdl? Che c'è il fumus persecutionis anche per il testimone Berlusconi? Arrivati a questo punto il decadimento della politica nel servilismo a tappeto è inarrestabile».