25 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Situazione politica confusa

Dopo Berlusconi i Cattolici in cerca d'autore, si muove Bagnasco

A metà ottobre con le associazioni, e domani il Cardinale Ruini dai giovani Pdl. Il Vaticano, nel frattempo, tace

ROMA - Domenica ha partecipato alla scuola di formazione politica del Pdl organizzata a Frascati dalla fondazione Magna Charta. A metà ottobre è atteso in un'abbazia umbra per un incontro a porte chiuse con esponenti di sigle come la Cisl e la Compagnia delle opere. Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, non intende lasciare passare la ripresa autunnale senza incidere sulla confusa situazione politica.
E' da mesi che il capo dei vescovi italiani chiede un disarmo della politica e un rafforzamento della questione morale. L'accelerazione della crisi delle ultime settimane, con le incertezze della manovra guardate con preoccupazione anche in casa Cei, ha convinto l'arcivescovo di Genova a far intendere con ancora più chiarezza, ora, la voce della Chiesa.

Su questo terreno prima della pausa estiva era emersa, sottotraccia, una «competition» tra Vaticano e Cei. Il segretario del Pontificio consiglio giustizia e pace, mons. Mario Toso, uomo vicino al Segretario di Stato Bertone, aveva incontrato un gruppo di parlamentari cattolici di tutti gli schieramenti. Per il centrodestra c'era quel Beppe Pisanu che oggi ha chiesto un passo indietro di Berlusconi e un governo di larghe intese. Il presule aveva caldeggiato la creazione di un partito di ispirazione cristiana. La Cei era rimasta in silenzio. Pochi giorni dopo, un cartello di grandi associazioni della galassia cattolica - Movimento cristiano lavoratori, Cisl, Confcooperative, Compagnia delle Opere, Confartigianato, Acli - aveva presentato un 'manifesto per la buona politica e il bene comune' a mo' di controcanto. Presente, in platea, la sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella. «C'è spazio per il protagonismo dei cattolici, non per un nuovo partito di cattolici», spiegarono i promotori. Bocciando, di fatto, l'ipotesi vaticana. E riproponendo un'idea cara al cardinale Camillo Ruini, quella di influire sul quadro politico relativamente ai cosiddetti principi non negoziabili (bioetica, famiglia, scuola). Idea, peraltro, compatibile con un'evoluzione del centro-destra in chiave post-berlusconiana che rafforzi la componente cattolica del partito e l'ancoraggio nel Ppe.

Le stesse associazioni organizzeranno a metà ottobre un incontro a porte chiuse in un'abbazia dell'Umbria per discutere in modo più concreto delle loro proposte. Dovrebbero essere invitati alcuni parlamentari. E' prevista il presidente della Cei Bagnasco. Il suo predecessore, Ruini, partecipa nel frattempo, domani, ad un incontro dei giovani del Pdl alla festa di Atreju dedicato al tema dell'aborto. Al dibattito ci saranno il governatore lombardo Roberto Formigoni - sponsor deciso di un Pdl che si evolva sul modello del Ppe - il «popolare» Beppe Fioroni del Pd, la deputata dell'Udc Paola Binetti e la ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna.

Il Vaticano, nel frattempo, tace. Non che Bertone abbia rinunciato ad intervenire su questioni di attualità politica. Nei giorni scorsi al convegno delle Acli ha difeso senza esitazione del cooperative dai tagli della manovra. E il 18 settembre a Verona il Segretari di Stato vaticano concluderà con una lectio magistralis il primo festival della Dottrina sociale della Chiesa. Che oltre il Portone di Bronzo ci sia nostalgia per una politica più dignitosa, poi, emerge anche da dettagli come la sottolineatura contenuta in un articolo dell'Osservatore Romano dedicato alla scomparsa di Mino Martinazzoli, ultimo segretario della Dc: «Nelle numerose manifestazioni di condoglianza arrivate da esponenti dei diversi schieramenti politici - sottolineava il quotidiano della Santa Sede - si evidenziano soprattutto le doti di onestà e sobrietà di Martinazzoli, uomo di cultura, gentiluomo d'altri tempi ma soprattutto cattolico dalla fede vissuta con coerenza». Dell'idea di un partito di ispirazione cristiana, però, non si parla più. «Quel che c'era da dire è stato detto, poi spetta al laicato prendere l'iniziativa», spiegano in Vaticano. L'idea ormai è 'affidata' alle associazioni cattoliche, ai parlamentari e ai vescovi. Una personalità di spicco del mondo cattolico come il fondatore della comunità di Sant'Egidio Andrea Riccardi, d'altronde, nelle scorse settimane ha spiegato che «se il nuovo partito cattolico sembra una notizia d'estate, bisogna però constatare una diffusa voglia di responsabilità di questi ambienti». E un osservatore attento della politica italiana, il fondatore della comunità monastica di Bose Enzo Bianchi, ha osservato con amarezza: «I cristiani in politica è come se non ci fossero più, c'è stata sovente una forma di sconfinamento, per cui la voce che spettava loro l'hanno assunta alcuni vescovi. Tutto questo - ha detto Bianchi in un'intervista al mensile dei Paolini 'Jesus' - ha provocato nell'ultimo ventennio una situazione un po' desolata, non c'è più soggettività laicale. Forse oggi si intravede un risveglio. Spero sia un nuovo inizio dopo un tempo di depressione».