29 marzo 2024
Aggiornato 08:30
Intervista al Corriere della Sera

Tremonti su Milanese: «Ho fatto una stupidata, mi sentivo spiato»

E sull'affitto della casa dice: «Non ho bisogno fregare soldi agli italiani»

ROMA - Errori sì, ma nessun illecito e dell'ipotesi di dimissioni non se ne parla neppure. Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha deciso di chiarire pubblicamente con una serie di interviste la sua posizione nella vicenda della casa romana di via Campo Marzio del suo ex consigliere Marco Milanese, appartamento che ha usato fino a qualche settimana fa. «Nessun 'nero' e nessuna irregolarità», ha affermato Tremonti sul Corriere della sera in risposta a un editoriale di Sergio Romano, precisando che «non era dovuta l'emissione di fattura o vietata la forma di pagamento. Ho commesso illeciti? Per quanto mi riguarda - sottolinea - sicuramente no. Ho fatto errori? Sì, certamente». La difesa di Tremonti è affidata anche a un colloquio con la Repubblica in cui ha ammesso che accettare quella casa nel centro di Roma è stata «una stupidata» ma che quella leggerezza è stata fatta perché prima viveva in caserma ma lì, ha detto, «non mi sentivo più tranquillo. Nel mio lavoro ero spiato, controllato, pedinato».

«Non ho bisogno di fregare soldi agli italiani», ha detto Tremonti assicurando di «dare in beneficenza più di quello che prendo come parlamentare» e di non aver bisogno di «avere illeciti favori».Quanto all'ipotesi di dimissioni dunque non se ne parla. «Io lavoro - ha detto Tremonti intervenendo a Unomattina su RaiUno - faccio un lavoro difficile e impegnativo e vorrei continuare a farlo. Credo anche, per quanto posso, nell'interesse del mio Paese».
«Di questo mi rammarico e mi assumo tutte le responsabilità», ha detto il ministro che confessa di rimproverarsi il fatto di non aver lasciato prima l'immobile. L'ho fatto in buona fede, ma sarebbe stato senza dubbio più opportuno, dato che proprio questo è ora causa di speculazioni che avrei potuto e dovuto evitare. Con il senno di poi, ripeto, ho sbagliato. Come scusante - aggiunge - rispetto a quelli che Sergio Romano definisce 'un errore di giudizio' o 'un peccato di distrazione', posso solo portare l'impegno durissimo in questi anni non facili, su tanti fronti».