20 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Il futuro del Governo

Financal Times: «Trono a rischio» per Berlusconi

Il quotidiano londinese dedica una pagina intera all'Italia e al suo Premier: «Il suo destino è nelle mani dei mercati e di Atene»

ROMA - La rivolta contro Silvio Berlusconi sta montando all'interno del suo partito, alimentata dalla frustrazione per le sue «buffonate» e, nel pieno della crisi dell'eurozona, dal timore delle conseguenze di una riforma economica inadeguata. E' quanto scrive oggi il Financial Times, che dedica all'Italia un'intera pagina di analisi col titolo Un trono a rischio.

«La rivolta interna sta montando a fronte della disillusione degli italiani verso la classe politica - scrive il quotidiano finanziario della City - una situazione che genera titoli di giornale da 'fine di un'era' e paragoni con il 1993, quando i partiti vennero spazzati via da una serie di scandali sulla corruzione nel pieno di una crisi economica».
«Come nel 1993, Berlusconi e i suoi alleati temono la caduta del governo e la nascita di un esecutivo di tecnocrati - continua il Ft - il nome che ricorre più spesso come possibile premier è quello di Mario Monti». L'ex commissario europeo ha espresso, proprio sulle colonne del Ft, la volontà di «accettare la sfida». Tuttavia, «uomini vicini a Berlusconi ribadiscono che il premier non è tipo da mollare».

Tuttavia, sebbene negli ultimi 10 anni Berlusconi sia sempre sopravvissuto a numerosi scandali, oggi «il suo patto con gli italiani è andato in frantumi a fronte di anni di stagnazione economica battuta ora dai 'sacrifici' richiesti dal suo programma di austerità», sottolinea il Ft. Ma la manovra economica del ministro Tremonti viene giudicata da molti inadeguata. Lo stesso Mario Baldassari, presidente della commissione Finanze e Tesoro del Senato, ha detto al Ft: «Con questa manovra il governo ha perso la sua credibilità sui mercati. Il giudizio dei mercati è: quello che avete fatto è meglio di niente, ma non è sufficientemente buono. Il test non è finito».
Quindi, nonostante le pressioni interni, conclude il foglio economico della City, oggi «il destino di Berlusconi è nelle mani dei nervosi mercati del debito e di Atene».