3 maggio 2024
Aggiornato 08:30
Incassati i risultati delle amministrative

Bersani sonda la Lega e mobilita il partito sui referendum

Il Segretario dei Democratici rispolvera il «modello elettorale ungherese»

ROMA - Incassati i risultati delle amministrative e consumati i brindisi di rito, Pier Luigi Bersani si è messo subito al lavoro per cercare di non sprecare l'effetto-voto. La strategia del segretario, secondo quanto riferisce che ci ha parlato in queste ore, poggia su due pilastri, in particolare: innanzitutto, il referendum del 12-13 giugno, che potrebbe dare un'altra botta al Governo; quindi, soprattutto, la diplomazia nei confronti della Lega, il partito-chiave per la tenuta della maggioranza.

Ancora in queste ore qualche sherpa ha avuto modo di sondare Roberto Maroni e non è escluso che lo stesso Bersani possa avere un colloquio con il ministro dell'Interno nei prossimi giorni. Bersani, intanto, ha messo a punto una campagna di comunicazione per il referendum e ha chiesto a Gianclaudio Bressa di riprendere in mano la bozza di riforma elettorale messa a punto lo scorso autunno, quella sul modello 'ungherese'. Una legge elettorale che prevede l'elezione di metà dei parlamentari con il collegio uninominale maggioritario a doppio turno e l'altra metà con il proporzionale. Un sistema che garantirebbe libertà di manovra e diritto di tribuna sia al 'terzo polo' che alla Lega. Ovvero proprio gli interlocutori cui si rivolge il Pd.

Peraltro, Bersani è convinto che il referendum vada cavalcato. «Il Pd dovrà essere visibile», ha detto oggi in segreteria. Si attende la decisione della Cassazione nei prossimi giorni: un sì al quesito sul nucleare avrebbe un effetto-traino sul quorum. Ma, ragiona il segretario, non è escluso che anche in caso di bocciatura si inneschi una reazione nei confronti della maggioranza che ha esplicitamente dichiarato di voler affossare il referendum.

Da questo punto di vista, Bersani, che oggi ha sentito tutti i leader democratici, compresi D'Alema e Veltroni, non giudica nemmeno troppo negativamente la decisione della Camera di rinviare a dopo il 20 giugno la verifica chiesta da Napolitano. La Lega, è il ragionamento di Bersani, deve «elaborare il lutto», in queste ore Umberto Bossi viene descritto ancora indeciso sul da farsi e, comunque, poco orientato a soluzioni nuove. Lasciar passare qualche settimana potrebbe favorire l'emergere di tensioni nella maggioranza e permetterebbe a chi nella Lega, come Maroni, comincia a guardare avanti.