28 marzo 2024
Aggiornato 23:00
L'episcopato italiano guarda al crescendo di polemiche con sempre maggiore apprensione

CEI: Politica inguardabile, basta invettive e rissa continua

Il Cardinale Bagnasco apre l'assemblea generale: «Nuova generazione di Cattolici»

CITTÀ DEL VATICANO - La politica è diventata «inguardabile». Il cardinale Angelo Bagnasco aveva già fatto appello, nei mesi scorsi, al «disarmo» della politica italiana, alla necessità di svelenire un clima di «tranelli» incrociati e crisi istituzionale, al bisogno di maggiore «sobrietà» da parte dei protagonisti della scena partitica italiana. Non era mai giunto, però, a parlare di una politica «inguardabile» e sceglie di farlo a pochi giorni da ballottaggi che coronano un crescendo di polemiche che l'episcopato italiano ha guardato con sempre maggiore apprensione.

«POLITICA NOIOSA» - «La politica che ha oggi visibilità è, non raramente, inguardabile, ridotta a litigio perenne, come una recita scontata e - se si può dire - noiosa», ha detto Bagnasco nella prolusione di apertura dell'assemblea generale dei vescovi di primavera. «E' il dramma del vaniloquio, dentro - come siamo - alla spirale dell'invettiva che non prevede assunzioni di responsabilità. La gente è stanca di vivere nella rissa e si sta disamorando sempre di più. Gli appelli a concentrarsi sulla dimensione della concretezza, del fare quotidiano, della progettualità, sembrano cadere nel vuoto». Bagnasco non lesina poi critiche ad una stampa «che appare da una parte troppo fusa con la politica, tesa per lo più ad eccitare le rispettive tifoserie, e dall'altra troppo antagonista, e in altro modo eccitante al disfattismo». Ovviamente non prende posizione nella competizione elettorale, Bagnasco, ma sembra indicare che i vertici della Chiesa guardano ormai oltre l'attuale frangente e l'attuale classe dirigente. La Cei - spiega tornando sul 'refrain' di una «nuova generazione di politici cattolici» - è impegnata a «preparare una generazione nuova di cittadini che abbiano la freschezza e l'entusiasmo di votarsi al bene comune».

«CRIMINI CONTRO DIO» - Nel suo intervento di apertura del 'parlamento' dei vescovi italiani, che si riunisce da oggi a venerdì in Vaticano, Bagnasco tocca i vari capitoli cari alla Chiesa, dalle politiche per la famiglia al contrasto alla disoccupazione, dall'approvazione del testamento biologico senza tatticismi e con un'ampia convergenza in Parlamento alla necessità di non sottrarre risorse per la scuola al problema dell'immigrazione, rispetto al quale «non tutto ha prontamente funzionato» in Italia ma anche l'Europa dovrebbe dimostrarsi più solidale. E' tuttavia il quadro generale della società italiana che sembra preoccupare di più Bagnasco. «Corrompere i costumi, e ancor più il modo di pensare - da qualunque parte provenga -, è un crimine contro Dio, la persona e la società intera», afferma il capo dei vescovi.

PEDOFILIA, IN ARRIVO LE LINEE GUIDA - Nella prolusione all'assemblea dei vescovi, Bagnasco si sofferma poi sul nodo della pedofilia del clero. Il presidente della Cei è arcivescovo di Genova ed è ancora fresca la notizia dell'arresto di don Riccardo Seppia, parroco genovese - tossicodipendente e sieropositivo - accusato di ripetuti abusi sessuali sui minori nel corso degli anni. Bagnasco ha immediatamente sospeso il prete dalla sue funzioni e si è poi recato nella parrocchia del sacerdote, a Sestri ponente, a dire tutta la sua «vergogna» e rassicurare i fedeli. La notizia, però, è pesante. Tanto più che il Vaticano ha appena inviato alle conferenze episcopali di tutto il mondo un memorandum per chiedere loro di mettere in pratica linee-guida anti-pedofilia. L'assemblea generale di questi giorni si appresta allora ad analizzare misure di contrasto. Altre conferenze episcopali - ad esempio in Germania e Francia - lo hanno già fatto. In una nota intervista dell'anno scorso ad Avvenire, del resto, il 'promotore di giustizia' della Congregazione per la Dottrina della fede, Charles J. Scicluna, aveva già fatto trapelare alcune perplessità sulla situazione italiana: «Finora il fenomeno non sembra abbia dimensioni drammatiche, anche se ciò che mi preoccupa è una certa cultura del silenzio che vedo ancora troppo diffusa nella Penisola. La Conferenza episcopale italiana offre un ottimo servizio di consulenza tecnico-giuridica per i vescovi che devono trattare questi casi. Noto con grande soddisfazione un impegno sempre maggiore da parte dei vescovi italiani di fare chiarezza sui casi segnalati loro». La Cei, da parte sua, ha parlato in questi mesi di un centinaio di casi denunciati in dieci anni, senza fornire ulteriori dettagli. E, sinora, non aveva ritenuto di adottare norme 'ad hoc'. Lo stesso Bagnasco aveva detto, in occasione della assemblea generale di autunno, che le linee-guida sulla pedofilia della Congregazione per la dottrina della fede «a nostro avviso non necessitano, fino ad oggi - ma la valutazione è aperta - di particolari, altre strutture, iniziative o precisazioni». «Riconoscendo su questo fronte un'infame emergenza non ancora superata, la quale causa danni incalcolabili a giovani vite e alle loro famiglie, cui non cessiamo di presentare il nostro dolore e la nostra incondizionata solidarietà - ha invece detto oggi Bagnasco - vorrei anche assicurare che da oltre un anno, su mandato della Presidenza Cei, è al lavoro un gruppo interdisciplinare di esperti proprio con l'obiettivo di 'tradurre' per il nostro Paese le indicazioni provenienti dalla Congregazione» per la Dottrina della fede. L'esito del lavoro «sarà presto portato all'esame dei nostri organismi statutari», assicura Bagnasco, che poi precisa: «Sull'integrità dei nostri sacerdoti non possiamo transigere, costi quel che costi. Anche un solo caso, in tale ambito sarebbe troppo. Quando poi i casi si ripetono, lo strazio è indicibile e l'umiliazione totale».