19 aprile 2024
Aggiornato 07:30
«La Lega perde per colpa del Pdl»

L'ira di Bossi su Berlusconi: Troppi errori, doveva ascoltarmi

Milano decisiva per il Governo. Ma il Carroccio vorrà comunque più peso

ROMA - L'eventuale rottura dello storico asse con Silvio Berlusconi verrà decisa solo dopo il ballottaggio di Milano, ma per ora da via Bellerio trapelano almeno due certezze. La prima è che «se prima il Pdl vinceva grazie alla Lega, ora è la Lega che perde per colpa del Pdl». La seconda è che la prima opzione è ancora quella di andare avanti nell'alleanza con il Cavaliere, con Umberto Bossi che però pretenderà una trazione leghista ancora più marcata per l'esecutivo. Proprio per questo dalla sede del Carroccio la parola d'ordine è ora di lavorare ventre a terra per il secondo turno di Milano, sperando che l'arrivo di quello che è già stato ribattezzato il 'soccorso verde' possa raddrizzare le cose e mostrare ancora più chiaramente che si vince solo se si fa come vuole la Lega.

Tutti gli errori commessi - Perchè a quanto riferiscono i pochi che hanno potuto cogliere l'umore del Senatur, il leader del Carroccio avrebbe messo in fila tutti gli errori commessi negli ultimi mesi dal premier. In primis, quello di non aver seguito il consiglio dello stesso Bossi di andare a votare in autunno. Da lì, secondo l'analisi dello stato maggiore leghista, sarebbero discesi tutti gli altri, con la «colpevole rincorsa» della maggioranza in Parlamento che ha senza dubbio irritato gli elettori del Carroccio. Ecco allora che al Cavaliere Bossi avrebbe rimproverato lo spazio dato ai Responsabili, la posizione sulla Libia, la politica ondivaga sull'immigrazione, fino all'ultimo caso del decreto 'salva-abusivi', su cui si scatenerà da subito l'opposizione della Lega. Così come il Carroccio «vigilerà» sul prossimo allargamento del governo annunciato da Berlusconi.

Quello che per ora conforta la Lega è invece il risultato negli altri comuni del Nord, che vedono un'avanzata ulteriore dei sindaci leghisti, come rivendicato da Roberto Calderoli. Ovvero la strategia di progressivo svuotamento del Pdl in Padania comincia a concretizzarsi. Una prospettiva che dà fiato a chi - all'interno di via Bellerio - vuole una Lega «più di governo che di lotta», cioè l'ala che fa riferimento a Roberto Maroni e che vede come residui folkloristici i toni alla Borghezio.

La ricaduta sul governo nazionale si capirà dunque solo dopo il 30 maggio, quando si saprà il risultato di Milano. Per Bossi l'errore principale è l'aver radicalizzato la campagna come un referendum pro o contro il Cavaliere: «Se la consigliera è la Santanchè - sarebbe stato lo sfogo - il risultato è questo». Si proverà quindi a giocare con un altro 'modulo' quello che Matteo Salvini ha definito «il secondo tempo della partita». Se dovesse funzionare, il passaggio parlamentare chiesto dal Capo dello Stato sulla nuova maggioranza «farà pagare un prezzo molto al Cavaliere in termini di leadership della coalizione» ma lascerà Berlusconi in sella. Ma se dovesse andare male, resta l'avvertimento di Bossi: «Può succedere di tutto». Una rottura dell'alleanza, oppure - nell'ottica leghista - una accelerazione dello scenario che prevede un nuovo inquilino a palazzo Chigi.