2 maggio 2024
Aggiornato 21:00
Sopralluoghi senza sosta a Ripe di Civitella

Omicidio Rea, si indaga a 360 gradi

Anche tra i vicini di casa della vittima, bloccato il trasferimento della salma

ANCORA - Proseguono senza sosta le indagini congiunte delle procure di Ascoli e Teramo, sull'omicidio di Carmela Rea, la ragazza 29enne scomparsa da Colle San Marco il 18 aprile scorso e ritrovata cadavere il 20 in un bosco di Ripe di Civitella, nel teramano, a circa quindici chilometri di distanza. In campo anche gli uomini del Ris di Roma per cercare nuove tracce. Grazie ai sopralluoghi del soccorso alpino della Gdf e del pastore belga Atos, nel bosco delle Casermette, dove è stato ritrovato il cadavere di Carmela, sono stati rinvenuti una collanina, un orecchino, probabilmente appartenenti alla vittima, un laccio emostatico e alcune tracce di sangue.

Gli inquirenti dunque sono sempre più convinti che la donna sia arrivata viva nel bosco di Ripe di Civitelle e che abbia lottato con il suo assassino cercando di fuggire. Gli investigatori si stanno soprattutto concentrando sulla siringa trovata conficcata sul seno della donna, compatibile con il laccio emostatico ritrovato nei pressi del cadavere. L'aguzzino di Carmella l'avrebbe aggredita con un coltellino a serramanico, per poi finirla con 35 coltellate sul tronco e alla gola procurandole ferite piuttosto localizzate. Non si esclude alcuna pista, gli inquirenti infatti stanno indagando tra i vicini di casa della giovane vittima, che viveva col marito, Salvatore Parolisi, e la figlia di 18 mesi a Folignano, nell'ascolano, nell'ambiente di lavoro del marito, caporal maggiore dell'esercito e anche sulla seconda scheda ritrovata in casa di Carmele. Nella mani degli investigatori anche un secondo telefonino e il computer della ragazza.

Intanto, è stato bloccato il trasferimento della salma a Somma Vesuviana, dove martedì si sarebbero dovuti tenere i funerali, saranno necessari forse nuovi esami sul corpo.