30 luglio 2025
Aggiornato 14:00
Un militare ucciso in Afghanistan, altri 4 feriti

Berlusconi: «Ogni volta ci chiediamo se siano sforzi che vanno in porto»

Stefani (Lega): «Riflettere sul senso di questa missione». Di Pietro: «Non ha più senso restare»

ROMA - Un militare italiano è rimasto ucciso nell'esplosione di un ordigno improvvisato che ha colpito un veicolo blindato Lince nei pressi di Shindand, nell'ovest dell'Afghanistan. Quattro soldati sono rimasti feriti, secondo quanto si è appreso dallo Stato Maggiore della Difesa.
«E' veramente un tormento, è un calvario, tutte le volte ci si domanda se siano sforzi che vanno in porto, lo speriamo vivamente». E' stato questo il primo commento a caldo del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, alla notizia della morte del militare italiano in Afghanistan.

IL PREMIER: OGNI GIORNO HA LA SUA PENA - Berlusconi, arrivando a Milano per presentare una iniziativa del Pdl, si è scusato con i presenti per il ritardo. «Scusate - ha detto - ma ogni giorno ha la sua pena. Oggi abbiamo avuto una brutta notizia. Un Lince su cui c'erano cinque ragazzi è saltato in aria e, più che una mina, si ritiene sia stato un ordigno fabbricato artigianalmente. Lì è morto un tenente di 37 anni e gli altri quattro sono feriti, purtroppo gravemente».

MA DOBBIAMO ANDARE AVANTI - Il premier, nell'esprimere tutto il suo dolore per questo ennesimo incidente, ha sottolineato: «Tutte le volte ci si domanda se questa decisione che è stata imposta con un voto unanime del Parlamento per far crescere la democrazia in quel paese mandi in porto i nostri sforzi». «Sono cose che ti prendono il cuore - ha concluso Berlusconi - ma noi dobbiamo andare avanti».

STEFANI (LEGA): BISOGNA RIFLETTERE SUL SENSO DI QUESTA MISSIONE - «Esprimo profondo sconcerto per la morte del nostro soldato in un teatro di guerra che ha visto spegnersi troppe vite e mi unisco al dolore della famiglia e dei commilitoni». Così Stefano Stefani, presidente della commissione Esteri alla Camera, ha commentato la morte in Afghanistan del militare italiano nei pressi di Shindand, nell'ovest del Paese.
«Attendiamo notizie sui quattro ragazzi rimasti feriti nell'esplosione, ma ancora una volta - ha concluso - dobbiamo riflettere sul senso di questa missione».

FIANO (PD): CHIEDERSI SE I PERICOLI PER GLI ITALIANI NON SIANO AUMENTATI - Il Pd ha espresso cordoglio per il militare italiano morto e per i quattro feriti nell'attentato di questa mattina in Afghanistan. «Siamo vicini alle loro famiglie e ai loro colleghi», ha affermato in una nota Emanuele Fiano, presidente del forum Sicurezza del partito, aggiungendo: «Questa ennesima perdita che va ad aumentare l'alto sacrificio pagato dagli italiani per la partecipazione alla missione afgana».
«Attenderemo nelle prossime ore - ha proseguito Fiano - i particolari di quanto accaduto per cercare di capire se questo ennesimo lutto sia il segno di un aumentato pericolo per i militari italiani o se la situazione permanga uguale a quella già conosciuta. Certo, le ragioni di fondo della permanenza dell'Italia rimangono ma il continuo contributo di sangue - ha concluso l'esponente del Pd - non può lasciare indifferente nessuno».

DI PIETRO: E’ IN ATTO UNA GUERRA CIVILE, NON DOBBIAMO RESTARE - Cordoglio per il militare morto in Afghanistan, ma «la responsabilità politica» è del «governo» e di chi «in Parlamento» ha «votato per il proseguimento della missione». E' quanto ha affermato in una nota il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro.
«Siamo vicini alle famiglie del militare caduto in Afghanistan, dei quattro feriti e a tutti i commilitoni impegnati su quei territori. Esprimiamo profondo dolore e commozione - ha sostenuto - per questa ennesima tragedia annunciata.

LA REPONSABILITA’ E’ DI CHI HA VOTATO IL RIFINANZIAMENTO DELLA MISSIONE - Smettiamola e usciamo dal luogo comune di chi intende coprire la propria responsabilità in nome della patria e della bandiera. Da tempo l'Italia dei Valori, che ha dato una bocciatura sonora al decreto di rifinanziamento di questa missione, denuncia che non ha più alcun senso restare in Afghanistan perché nel Paese è in atto una vera e propria guerra civile, e quindi non portiamo avanti soltanto una lotta al terrorismo».
«Denunciamo in modo forte e chiaro - ha concluso Di Pietro - che la responsabilità politica di queste morti ricade sul governo e su tutti coloro che in Parlamento hanno votato per il proseguimento della missione. Ricordiamo che è stato un voto trasversale e, proprio per questo, ancora più inaccettabile».

LA RUSSA IN CONTINUO CONTATTO PER LA CONDIZIONE DEI FERITI - Il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha espresso profondo cordoglio per la morte di un militare italiano a seguito dell'attentato verificatosi stamane a 25 chilometri a nord di Shindand, nell'ovest dell'Afghanistan. Lo si apprende da un comunicato.
Il ministro La Russa viene tenuto costantemente aggiornato dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Biagio Abrate, circa l'evolversi della situazione e sulle condizioni di salute degli altri quattro militari rimasti feriti nell'evento.

NAPOLITANO: VICINO AI FAMIGLIARI - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, appresa con «profonda commozione la notizia del gravissimo attentato perpetrato a Shindand, in Afghanistan, contro il contingente italiano impegnato nella missione internazionale Isaf», in cui un militare ha perso la vita e altri quattro sono rimasti feriti, esprime i suoi «sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei famigliari del caduto e un affettuoso augurio ai militari feriti». E' quanto si legge in un comunicato stampa diffuso dal Quirinale.

TRE MORTI IN DUE MESI - Sono già tre i militari italiani rimasti uccisi in attacchi compiuti da ribelli nell'ovest dell'Afghanistan dalla vigilia di Capodanno scorso. Oggi un tenente italiano è morto per l'esplosione di un ordigno improvvisato che ha colpito un veicolo blindato Lince nei pressi di Shindand, nell'ovest dell'Afghanistan.
Il 31 dicembre 2010, il caporal maggiore Matteo Miotto, in forza al Settimo reggimento alpini di Belluno, è stato ucciso da colpo sparato da un cecchino mentre si trovava su una torretta della base Snow nel Gulistan.
Il 18 gennaio, invece, ha perso la vita il caporal maggiore Luca Sanna, fuciliere dell'Ottavo Reggimento alpini, colpito da fuoco «nemico» dentro una base avanzata nei pressi di Bala Murgab, nell'ovest del paese.