In 10mila al Palasharp hanno chiesto le dimissioni di Berlusconi
Conclusa la manifestazione di LeG con intellettuali e artisti: «Oggi in Italia non c'è il fascismo ma c'è un regime»
MILANO - Si è conclusa con un grande applauso collettivo, poco dopo le 18.30, dopo oltre tre ore, la manifestazione «per esigere le dimissioni del presidente del Consiglio e liberarci del potere corrotto e corruttore di Silvio Berlusconi», organizzata al Palasharp di Milano dall'associazione Libertà e giustizia (Leg). Almeno 10mila, oltre novemila all'interno e circa un migliaio rimasti fuori dai cancelli, le persone che hanno seguito la kermesse alla quale sono intervenuti diversi e noti intellettuali, personaggi dello spettacolo, politici e sindacalisti. La platea e le tribune sono state occupate fin da un'ora prima delle 15, ora stabilita per l'inizio della manifestazione, da migliaia di cittadini, principalmente milanesi, di ogni età ed estrazione sociale, che hanno seguito con grande attenzione e partecipazione la dozzina di interventi che si sono susseguiti dal palco. Malgrado l'adesione delle principali sigle politiche dell'opposizione di sinistra, tra il pubblico si è vista sventolare solo qualche bandiera italiana, ma nessun simbolo di partito. Soddisfatti della «grande partecipazione» gli organizzatori dell'iniziativa.
Aperta dalle vignette di Ellekappa proiettate su grande schermo, l'iniziativa ha preso il via con le parole del presidente di Leg, che ha spiegato che «oggi in Italia non c'è il fascismo ma c'è un regime». «Diranno che siamo un'elite - ha proseguito la Bonfanti - ma non è vero: siamo cittadini comuni, siamo l'Italia più informata, quella che non accetta ciò che accade e che si stringe attorno alla Costituzione». «Non chiediamo nulla per noi, ma chiediamo tutto per tutti, vogliamo voltare pagina, ci sarà un'onda che costringerà Berlusconi alle dimissioni anche se lui ora si chiude nel Palazzo, nelle sue ville, nelle sue serate oscene» ha concluso la Bonfanti, incalzata dal giurista Gustavo Zagrebelsky che ha chiesto che «cessi questo sistema di corruzione delle coscienze e di avvilimento della democrazia». «Ci rivolgiamo a maggioranza e opposizione . ha proseguito l'ex presidente della Corte Costituzionale - affinché raccolgano il malessere che sale sempre più forte da un Paese in cui il disgusto cresce nei confronti di chi e di come governa».
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