19 aprile 2024
Aggiornato 19:00
Il futuro della Legislatura

Pdl: il Quirinale non avallerà manovre antidemocratiche

Il Vicepresidente vicario dei senatori Quagliariello: «Impraticabile sciogliere le Camere se c'è maggioranza»

ROMA - Il Pdl mette in guardia dalla possibilità di una fine anticipata della legislatura senza passare per le dimissioni del Premier Silvio Berlusconi e una crisi di governo.

«Guardiamo con seria preoccupazione queste proposte, spia di una visione antidemocratica ancora presente nella cultura politica italiana, secondo la quale in fondo il circuito della sovranità popolare può essere scavalcato in nome di una presunta superiorità morale. Non importa poi se questa si affermi attraverso i magistrati o con una pesantissima forzatura istituzionale. Siamo assolutamente certi - afferma il Vicepresidente vicario dei senatori Gaetano Quagliariello - che i supremi garanti della Costituzione e della democrazia non cederanno a queste sirene».
«Nei mesi scorsi abbiamo assistito allo stracciarsi di vesti da parte di alcuni che ritenevano impronunciabile l'espressione 'elezioni anticipate' anche solo come mera indicazione formale - ricorda il capogruppo Pdl - perché si riteneva che l'ipotesi di tornare al voto potesse essere presa in considerazione solo dopo accurate e certosine verifiche della mancanza di maggioranze alternative in Parlamento. Tutto ciò in evidente dispregio della declinazione maggioritaria che la nostra democrazia ha assunto da quando il bipolarismo è entrato nel senso comune e il nome del candidato premier è stampato sulle schede elettorali». Lo dichiara Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del PdL al Senato».
«Oggi - prosegue - quegli stessi che fino a ieri si stracciavano le vesti, arrivano addirittura a immaginare che il Capo dello Stato possa sciogliere le Camere pur in presenza di una maggioranza in entrambi i rami del Parlamento e non in contraddizione con la libera espressione degli elettori. Ed è stupefacente che la trovata di un fronte unico che 'giustifichi' ex post tutta l'operazione, avanzata da D'Alema assieme agli ultimi cascami di azionismo nostrano, possa trovare anche solo udienza da parte di ex moderati come Casini».