18 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Manifestazione PD

Rosy Bindi: dal Lingotto mi aspetto una maggiore unità nel Pd

All'appuntamento torinese parteciperà tutto lo stato maggiore del partito

ROMA - «Sono certa che l'iniziativa del Lingotto sarà un ulteriore contributo all'unità del Partito democratico e alla costruzione di una credibile alternativa culturale e politica al berlusconismo e al governo della destra».
Lo sottolinea la presidente del Pd Rosy Bindi, spiegando che domani non potrà essere «al convegno di Veltroni a Torino, sarò infatti ai funerali di Enrico Micheli». «Tuttavia da Presidente dell'Assemblea nazionale del Pd rivolgo un augurio di buon lavoro a tutti i partecipanti», aggiunge.

MINORANZA E OPPOSIZIONE IN CERCA DI CONVERGENZE - I toni sono sicuramente diversi da quelli usati soltanto un mese fa quando, in un'intervista all'Unità nella quale spiegava il senso dell'iniziativa del Lingotto 2, Walter Veltroni intimava al partito un ritorno alla «vocazione maggioritaria» attraverso una esplicita «correzione di rotta» rispetto alle «oscillazioni di posizioni» dettate «dall'inseguimento dei possibili alleati». Domani, infatti, l'ex segretario, vuole lanciare un messaggio di unità al popolo del Pd. Senza naturalmente rinunciare alle cinque proposte per l'innovazione che saranno il fulcro del suo discorso di Torino.
Non un «ritorno», ha precisato ieri, ma la volontà di ritrovare la «ispirazione e la tensione», con cui il Pd nacque con la sua candidatura a segretario, tenendo però conto che «lo scenario politico-istituzionale è del tutto cambiato».

L’ARMISTIZIO PORTA LA FIRMA DI «Ruby» - E sembra essere cambiato anche lo scenario interno. Se infatti fino alla Direzione del Pd di due settimane fa Movimento democratico, nato su impulso di Veltroni, Beppe Fioroni e Paolo Gentiloni con il documento dei 75, era ai ferri corti con Bersani e Franceschini, quindi con la maggioranza del partito, domani la presenza di tutti i dirigenti al Lingotto segna la volontà di mettere da parte, almeno per il momento, le polemiche interne.
Una 'tregua', forse momentanea, e certamente dettata dalla nuova escalation della crisi di governo per lo scandalo Ruby, che riapre la partita di possibili elezioni anticipate o di governissimi che richiedono da parte del principale partito di opposizione una strategia unitaria e compattezza della classe dirigente.

BERSANI: IO E VELTRONI NON CI GUARDEREMO AL PUNTA DELLE SCARPE - I toni usati negli ultimi giorni dal segretario Bersani, infatti, nei confronti di Modem sono stati decisamente più teneri rispetto a quelli della Direzione: «Non credo che il Lingotto rappresenterà un'alternativa, non è questo il clima. Alla fine io, Veltroni e gli altri parleremo di Italia non ci guarderemo la punta delle scarpe perchè sarebbe da irresponsabili». E' previsto, tra l'altro, che anche Bersani parli domani.