Prestigiacomo: a disagio nel Pdl, ma non ho ancora deciso se lasciare il partito
Il Ministro al Corriere della Sera: «Ridicola e mortificante l'accusa di infedeltà. Quell'episodio, grave, è stato in parte chiarito»
ROMA - «In questo Pdl mi sento sempre più a disagio. Si è creata un'atmosfera da caccia all'untore. E sono stata anche insultata dagli ex di An». Così, dopo quattro giorni di silenzio, il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo torna sull'episodio di qualche giorno fa alla Camera, che l'ha spinta ad annunciare l'intenzione di lasciare il Pdl.
«Quell'episodio, grave, è stato in parte chiarito. Con Cicchitto - dice Prestigiacomo in una intervista a Il Corriere della sera - ci siamo in parte chiariti, grazie anche al dottor Letta. Ma certo non mi aspettavo di leggere, sul Giornale della famiglia Berlusconi, una ricostruzione dei fatti alterata, e un editoriale offensivo, palesemente ispirato da qualcuno che fa il direttore occulto...», dice. Ed il riferimento, spiega, è a Daniela Santanchè: «Sì. Un attacco personale, basato su fango».
Prestigiacomo spiega: «non sono una yes-woman, non dico sempre di sì, dico quello che penso. Ma l'idea che io, dopo sedici anni, possa essere accusata di infedeltà sarebbe ridicola se non fosse mortificante. Non prendo lezioni di fedeltà da nessuno. Sono nata politicamente con Berlusconi, morirò politicamente con Berlusconi». Quanto all'iscrizione nel gruppo misto, lasciando il Pdl, chiarisce: «non ho ancora deciso. Non sono un'irresponsabile. Certo in questo Pdl mi sento sempre più a disagio. Si è creata un'atmosfera da caccia all'untore, quando ormai lo scenario è chiaro: Fini ed il suo partito stanno all'opposizione, noi dobbiamo cercare di aprire al centro».
Il ministro torna poi sull'accaduto dell'altro giorno. «Mi sono ritrovata una norma di cui non sapevo nulla, uscita guarda caso dalla commissione Lavoro, quella di Moffa, che ci teneva moltissimo...». Una norma che sospende la tracciabilità dei rifiuti: «l'80 per cento dei rifiuti italiani è speciale. Ed è fuori controllo. Viaggia per i fatti suoi. La documentazione è tutta cartacea ed è facile falsificala. Il controllo deve diventare telematico, con i dati su una chiavetta, una scatola nera sul camion e la sorveglianza affidata ai carabinieri. Una rivoluzione. La Confindustria ci appoggia. Purtroppo - conclude Prestigiacomo - molte aziende preferiscono il vecchio sistema. E dietro i rifiuti ci sono lobby potentissime».
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