Università, allo studio una prova di oggettiva maturità
La proposta del Senatore De Lillo (Pdl): «Tra le ipotesi anche la verifica orale»
ROMA - È più che un'ipotesi l'introduzione di una verifica scritta «oggettiva», da svolgere in corrispondenza dell'esame di maturità, per bilanciare l'esito degli ostici e discussi test d'accesso ai corsi universitari a numero chiuso: scartata l'incidenza del voto del diploma di maturità, a seguito dello sbilanciamento delle valutazioni maggiori a favore degli studenti del sud, l'eventualità della prova uguale per tutti è già stata presa in esame dal governo nei giorni precedenti alla pausa di ferragosto.
Al Miur avrebbero già espresso parere positivo indicando nell'Invalsi, l'istituto nazionale di valutazione che già prepara le verifiche per tutti i cicli scolastici a partire dalla primaria, l'organo incaricato per la realizzazione delle prove. L'assenso sarebbe giunto anche dall'organo universitario competente sulla materia: il Consiglio universitario nazionale.
A farsi ufficialmente promotore dell'iniziativa è stato il sen. Stefano De Lillo (Pdl), attraverso un ordine del giorno approvato in Senato a fine luglio, come raccomandazione, nel quale sostiene che i test d'ingresso in vigore (domani si svolgeranno quelli per accedere a medicina), «più che testare le capacità testano fortuna e mero nozionismo, non tenendo conto del voto di maturità, né di valutazioni psico-attitudinali, o della cultura generale come potrebbe pienamente emergere da più prove scritte e orali».
Secondo il senatore promotore della proposta oggi «curriculum, formazione del candidato rimangono ai margini delle valutazioni di ammissione. Per questa ragione è importante che dal Governo giunga un segnale forte nel rivedere questo sistema, predisponendo altri meccanismi di valutazione che prendano in considerazione sia il curriculum dello studente sia la possibilità di svolgere un esame orale. Far parte di un corso di laurea - ha concluso De Lillo - non può essere come partecipare ad un gioco a quiz, ma è un atto di responsabilità».
Ora si attende il passo successivo: nella raccomandazione viene chiesto al governo un impegno attivo per rendere esecutive «le iniziative per risolvere le incongruenze tra diritto allo studio e test d'ingresso».
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