4 settembre 2025
Aggiornato 08:00
Polemiche dopo le parole del Capo dello Stato

La «bacchettata» di Napolitano irrita Berlusconi

Il Premier: «Due pesi e due misure. Difende Fini da attacchi e mai me. No alle urne? Per favorire il Pd»

ROMA - Artiglieria leggera, perchè comunque non si può dare l'impressione di uno scontro aperto. Ma le truppe berlusconiane queste volta mettono esplicitamente nel mirino il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Che, di ritorno da Stromboli, concede un'intervista per dire ci sono esponenti politici (leggi Berlusconi) che parlano di elezioni anticipate «senza averne titolo e in modo sbrigativo e strumentale», per ricordare le prerogative che in materia gli concede la Costituzione, ma anche per chiedere uno stop alla campagna «volta a delegittimare» Gianfranco Fini.
Parole meno felpate di quelle pronunciate in passato, che il Pd sposa, invitando peraltro, con Pierluigi Bersani, il premier a rispettare la Costituzione. E che trovano sponda anche nei finiani che chiedono al partito del Cavaliere di ascoltare Napolitano e smetterla con gli attacchi al presidente della Camera.

IRRITAZIONE - Il Pdl, invece, questa volta lascia trapelare, seppure in politichese, una certa irritazione. «Meglio il voto che la paralisi» dice il coordinatore, Sandro Bondi. «Non sono per niente condivisibili le ipotesi di governi tecnici e di governi di transizione» è il commento del capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto, che arriva anche a evocare la piazza e a prefigurare «incisive manifestazioni politiche in Parlamento e nel Paese» in caso di scenari diversi. E il presidente dei senatori, Maurizio Gasparri, ricorda che «in democrazia la sovranità popolare non può essere elusa da nessuna manovra di palazzo» e dunque «Napolitano sa bene» che «le alternative sono solo due: o Berlusconi o il voto». A dar fastidio, poi, per dirla con Osvaldo Napoli, sarebbe stato il fatto che il capo dello Stato ha messo «il carro davanti ai buoi» nel momento in cui ha espresso «la sua contrarietà al voto anticipato» mentre «la maggioranza di governo deve ancora avviare una verifica solenne in Parlamento».

DUE PESI E DUE MISURE - Ma più di tutto, viene riferito, il Cavaliere sarebbe stato infastidito da quell'appello a stoppare la campagna contro Fini. Per Berlusconi, Napolitano avrebbe usato «due pesi e due misure», non avendo mai speso in passato una parola per difendere lui dalle tante e continue campagne mediatiche di cui si considera vittima. Quello che nessuno ufficialmente dirà mai, ma che Berlusconi ha più volte confidato nelle sue conversazioni, è che a suo giudizio il Colle frena sulle elezioni anticipate per favorire una parte: non solo o non tanto quella di Fini, ma ancora di più quella del Pd «che ogni giorno va lì a piagnucolare» perché non vogliono che si voti. Non che Berlusconi punti così spedito alle urne. «Non si è mai visto un tacchino che vuole anticipare il Natale» spiega uno dei confidenti del premier. Ma se «la volontà popolare» sarà sovvertita solo per trame «da Prima Repubblica», il premier - viene raccontato - è pronto anche a gridare al golpe.