29 marzo 2024
Aggiornato 09:00
Bersani: «Il Premier do

Il Colle ferma la corsa al voto: basta con attacchi a Fini

Bersani: «Berlusconi rispetti la Carta». Di Pietro: «Colle sia arbitro, non giocatore». Bondi: «Meglio il voto che la paralisi»

ROMA - Forte appello del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per fermare il «durissimo scontro elettorale» e la campagna per «delegittimare» il presidente della Camera Gianfranco Fini. In un'intervista all'Unità in edicola oggi, Napolitano si dice «molto inquieto per le vicende politiche di queste due settimane e per le loro implicazioni istituzionali».
«E' ora che cessi una campagna gravemente destabilizzante sul piano istituzionale qual è quella volta a delegittimare il presidente di un ramo del Parlamento e la stessa funzione essenziale che egli è chiamato ad assolvere per la continuità dell'attività legislativa», afferma il capo dello Stato.

«ABBASSARE I TONI» - Lo scontro politico in atto nella maggioranza non aiuta la ripresa economica di cui ci sono segnali «positivi e incoraggianti». Il Capo dello Stato chiede di «abbassare i toni» e «compiere uno sforzo di responsabile ponderazione tra le esigenze della chiarezza politica e quelle della continuità della vita istituzionale, guardando al Paese che ha bisogno di risposte ai propri problemi anziché di rese dei conti e di annunci minacciosi nell'arena politica».
A questi annunci, secondo il capo dello Stato, non consegue «alcuna prospettiva generatrice di fiducia». Per assecondare la ripresa, spiega Napolitano, i segnali positivi vanno consolidati e rafforzati, e bisogna «farvi fronte con visioni politiche e azioni di governo adeguate e coerenti». Il presidente della Repubblica, di ritorno da una breve vacanza a Stromboli, nota invece come «si stia diffondendo in generale un senso di grave precarietà e incertezza per quel che può accadere sul piano della governabilità, della capacità di risposta delle istituzioni ai problemi del Paese».

IL VOTO ANTICIPATO - «Sarebbe bene che esponenti politici di qualsiasi parte non dessero indicazioni» sul ricorso o meno al voto anticipato «senza averne titolo e in modo sbrigativo e strumentale». Il presidente della Repubblica risponde così a quanti in questi giorni hanno più volte chiesto o minacciato l'apertura di una crisi di governo. «Le mie responsabilità istituzionali - sottolinea il Capo dello Stato - entreranno in gioco solo quando risultasse in Parlamento che la maggioranza si è dissolta e quindi si aprisse una crisi di Governo. Compirò in tal caso tutti i passi che la Costituzione e la prassi ad essa ispiratasi chiaramente dettano». Napolitano, pur precisando di non poter naturalmente entrare nel merito della vicenda né di voler esprimere valutazioni o previsioni, osserva comunque che quello che si è aperto «è un serio conflitto politico dentro la coalizione uscita vincitrice dalle elezioni 2008».

SCHIFANI - «Basta con i falchi», serve «una mediazione» che è possibile e necessaria «nell'interesse generale». A chiederlo, in un'intervista al Corriere della Sera in edicola oggi, è il presidente del Senato Renato Schifani, nello stesso giorno in cui in un'intervista all'Unità il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano chiede la fine della campagna contro il presidente della Camera Gianfranco Fini. «Si depongano le armi e prevalga il senso di responsabilità, emerso nell'apprezzabile documento dei senatori del Fli», aggiunge Schifani.
La seconda carica dello Stato approfitta anche per bocciare l'ipotesi di un governo «tecnico» per uscire dalla crisi: «Se il cambiamento dovesse essere apportato da un governo tecnico, retto peraltro da chi ha perso le elezioni, salterebbero i più elementari principi democratici». Secondo Schifani, quindi, lo schema è soltanto uno: «Il paese chiede le riforme strutturali. Se la maggioranza ci riuscirà, allora la legislatura sarà salva. Altrimenti occorrerà andare subito a una nuova».

BOCCHINO - «Tutti dovrebbe riflettere sulle parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano secondo cui 'è ora che cessi la campagna gravemente destabilizzante sul piano istituzionale qual è quella volta a delegittimare il presidente di un ramo del Parlamento e la stessa funzione essenziale che egli è chiamato ad assolvere per la continuità dell'attività legislativa'». E' quanto affermano Italo Bocchino, Silvano Moffa e Pasquale Viespoli di «Futuro e libertà per l'Italia».
«Poiché ad alimentare questa irresponsabile campagna sono alcuni esponenti del Pdl e del governo oltre che il continuo delirio calunniatorio del giornale della famiglia Berlusconi - continuano i tre esponenti finiani - è facile capire chi gioca allo sfascio e vuol trascinare il paese in una ulteriore avventura elettorale nel più assoluto disprezzo dell'interesse nazionale. Noi non ci stiamo e sentiamo il dovere di denunciarlo con chiarezza».

BERSANI - «Finché Berlusconi non avrà fatto la Costituzione di Arcore, volente o nolente rispetterà quella su cui ha giurato. Sappia che le minacce esplicite o velate non impressionano nessuno». Lo afferma, in una nota, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani.
Il leader democratico fa riferimento alle parole del capo dello Stato: «Le parole del presidente Napolitano - dice - sono un richiamo forte e chiaro alla responsabilità politica e ai principi costituzionali. E' inutile negare che la discussione che si è aperta tocca ormai un punto di fondo. Si vuole dare legittimazione ad un pensiero para costituzionale, ben leggibile nei ripetuti interventi del presidente Schifani ed esplicitato nelle parole di Frattini che si appella ad una 'Costituzione materiale'. Si vuole interpretare la Costituzione come un involucro formale cui dare sostanza con un consenso interpretato come un plebiscito e, se occorre, come ha detto Cicchitto, anche con la piazza. Se la destra pensa con idee del genere di camminare sul velluto, si sbaglia di grosso», conclude Bersani.

DI PIETRO - Sulle parole di Napolitano è intervenuto anche il leader dell'Idv Antonio Di Pietro. «Il presidente della Repubblica ha detto una cosa giusta, anzi giustissima, ma ritengo che il suo messaggio sia in anticipo e possa generare equivoci e malumori. Lui è l'arbitro, e non può muoversi come un giocatore perchè così rischia di condizionare il gioco» ha detto l'ex pm. «Nel merito, però - ha aggiunto -, condivido le sue osservazioni, infatti mi auguro che le vere emergenze del Paese vengano affrontate al più presto. E mi riferisco all'occupazione, alla ripresa economica e all'esigenza di fare una riforma elettorale prima di andare al voto».