Schifani: con Fini pace strategica subito o rottura
Il Presidente del Senato: «E' opportuno un confronto diretto. Conosco Berlusconi: senza accordo mossa dura e ad effetto»
ROMA - «O si arriva quanto prima a una pace strategica» nel Pdl fra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini «o sarà rottura». Il Presidente del Senato Renato Schifani, in un colloquio con il Corriere della Sera, parla senza reticenze della divisione interna al suo partito fra Premier e Presidente della Camera.
«E' opportuno - sollecita Schifani - un chiarimento diretto, in modo che le eventuali dissonanze vengano chiarite direttamente e non attraverso i dibattiti pubblici. Senza una pace strategica si andrebbe a una rottura traumatica. Conosco Berlusconi: denuncerebbe il tradimento del patto elettorale». E se alla rottura si dovesse arrivare, avverte Schifani ricordando di «conoscere molto bene» Berlusconi «nulla andrebbe escluso». Anzi, «mi aspetterei da parte del premier una mossa dura e ad effetto».
Da Schifani, inoltre, pubblico elogio per i primi interventi di Berlusconi frutto dell'annunciato 'ghe pensi mi'»: le dimissioni di Aldo Brancher da ministro (ipotizzando che sia stato il Premier a «spingerlo al gesto» ) e l'assunzione in prima persona della guida politica della manovra, dove » ha smussato la durezza di Tremonti» e se pure «permane il contrasto con le Regioni», intorno al governo, grazie a Berlusconi, secondo Schifani, «il clima avvelenato» delle scorse settimane, ha lasciato il posto a «una situazione meno tesa».
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