31 luglio 2025
Aggiornato 09:30
Cena Berlusconi-Casini

Il leader dell'Udc: rimpasto di governo? Non mi riguarda

«Servono atti di solidarietà e responsabilità nazionale». Bersani: «Segno di sbandamento». IdV: «Grave ci fosse anche Bertone»

ROMA - Il colloquio di giovedì sera tra Silvio Berlusconi e Pier Ferdinando Casini, durante una cena a casa di Bruno Vespa, sull'ipotesi di un nuovo equilibrio dentro il governo apre un nuovo capitolo sulla tenuta dell'esecutivo e del Pdl nel quale non si arrestano le divergenze tra il presidente del Consiglio e quello della Camera, Gianfranco Fini, anche se uno dei protagonisti, il leader dell'Udc, ha smentito a stretto giro di aver ricevuto dal premier qualunque offerta di entrare nella maggioranza.

L'occasione dell'incontro è stata la cena offerta dal conduttore di Porta a porta per celebrare i sui 50 anni di giornalismo. Sulla sua terrazza nel centro storico di Roma si sono riuniti con il Premier Silvio Berlusconi e con Gianni Letta, i principali leader politici ma anche il gotha del mondo cattolico romano, rappresentato dal Segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone, quello della finanza: il Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi e il presidente di Generali Cesare Geronzi.

Secondo quanto viene riferito dalle ricostruzioni dei principali quotidiani di oggi il premier avrebbe offerto a Casini di entrare nella maggioranza o addirittura nel governo per mettere al riparo la tenuta dell'esecutivo per i prossimi tre anni da eventuali scosse interne, ma il leader dell'Udc in diverse interviste ha smentito oggi questa lettura: «La cena a casa di Vespa è stata piacevole ed io parlo con tutti, figurarsi se non parlo con Vespa o Berlusconi», ha spiegato Casini, ma «un'ipotesi rimpasto di Governo non mi riguarda» e «comunque non era quella la sede per discuterne», anche perchè «per quanto mi riguarda in questo momento non servono atti di trasformismo ma di solidarietà e responsabilità nazionale».

Tra le fila del Pdl a dare una lettura possibile dell'incontro è uno dei fedelissimi del Cavaliere, Osvaldo Napoli, secondo il quale «al di là delle posizioni di Fini, l'entrata dell'Udc sarebbe un momento importante per la storia italiana, sarebbe quel ritorno a casa del figliol prodigo che il popolo del centrodestra si aspetta». Quanto agli scenari di governo secondo Napoli servirebbe una crisi «guidata che porti con certezza a un nuovo governo Berlusconi e veda l'ingresso dell'Udc ed eventualmente il rientro di un Fini che condivide però il progetto del Pdl e non quello di Generazione Italia, la riterrei una strada da percorrere». C'è una condizione, però: «Nel passaggio al Quirinale, che dovrebbe essere concordato, tutti dovrebbero avere chiaro che il volere degli elettori va rispettato, che Berlusconi ha vinto le elezioni, e deve in ogni caso essere il leader».

Scenari che vedono la netta contrarietà delle altre forze di opposizione. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, è convinto infatti che sia un segno «di una certa fibrillazione, di un certo sbandamento, di una certa perdita di controllo da parte di Berlusconi della barra della politica italiana e me ne preoccupo per il paese che ha di fronte problemi enormi, molto seri, e in questo momento Berlusconi non ha un governo col timone in mano». L'Idv, invece, attraverso il portavoce Leoluca Orlando, fa notare la gravità della sede e della data dell'incontro tra Berlusconi e Casini: «Stupisce il fatto è che proprio nel giorno nel quale il mondo dell'informazione protesta contro una legge che lega le mani alla giustizia e mette il bavaglio all'informazione si vendano a cena commensali quali il capo del governo, esponenti dei poteri forti della finanza italiana e del segretario di Stato del Vaticano, e che appaia essere organizzata per sostenere un governo».