Fini: cacciarmi da Pdl? Non sono un eretico
Il Presidente della Camera: «Non ho nessuna intenzione di andarmene dal partito che ho fondato»
ROMA - «Ci provino pure a cacciarmi, in questa vicenda io sono piantato nella Costituzione, nella legalità, nelle linee fondanti del nostro partito e nel sentimento dei nostri elettori. E poi chi lo stabilisce il confine tra l'eresia e l'ortodossia in un partito che si dice liberale ed europeo? Io resto dove sono». In prima pagina sulla Repubblica, un retroscena riferisce conversazioni del presidente della Camera, Gianfranco Fini, con persone a lui vicine.
«Nei prossimi quindici giorni ne vedremo delle belle. Sia chiaro che io non ho nessuna intenzione di andarmene dal partito che ho fondato, un partito che è anche il mio. Oltretutto la vedo un po' complicata se mi cacciano e resto presidente della Camera. Mettiamola così: non credo che il governo ne avrebbe una grande convenienza», è il pensiero di Fini riportato dalla Repubblica. Se proprio si dovesse arrivare al voto anticipato, «sono sicuro che Gianni Letta gli ha spiegato che, in caso di rottura del Pdl, noi non faremmo una An in sedicesimo, nascerebbe qualcosa di nuovo, c'è tanta gente alla finestra che aspetta. Siamo sicuri che gli converrebbe la nascita di un terzo polo come in Gran Bretagna?».
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