23 aprile 2024
Aggiornato 19:30
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Calderoli: celebrazioni? No, grazie

Le celebrazioni per l’Unità d’Italia stanno diventando l’ennesima occasione per dimostrare che l’Italia è sempre più divisa

Le celebrazioni per l’Unità d’Italia stanno diventando l’ennesima occasione per dimostrare che l’Italia è sempre più divisa.
A rinfocolare le polemiche ha contribuito il ministro per la semplificazione, Roberto Calderoli, che nel corso di una intervista televisiva nella trasmissione «In mezz’ ora» condotta da Lucia Annunziata ha lasciato capire che la Lega forse non parteciperà alle celebrazioni e se proprio ci dovesse essere è perché costretta e non certo perché condivida i temi evocati e evocati dalla ricorrenza.

Che la Lega neghi il valore storico del Risorgimento non è una novità. Come non lo sono state in recente passato il ripudio per il tricolore e l’inno nazionale che di quel periodo e di quei sacrifici rappresentano la sintesi simbolica.
L’unificazione, è bene ricordarlo, non era amata anche in alcuni ambienti del Sud e non poca storiografia fa risalire proprio a quel rifiuto il consolidamento in Sicilia della mafia come contropotere da opporre agli invasori del Nord.
Senza voler riscrivere la storia il ragionamento che Calderoli ha fatto in televisione suona pressappoco così: l’Unità d’Italia, per come è stata concepita, ha prodotto molte divisioni nel Paese, invece di fare finta di niente mettendosi al riparo della bandiera tanto vale accettarle per quelle che sono codificandole al più presto nel federalismo.
Siete d’ accordo che invece di cercare di sanare le disparità territoriali tanto vale dare alle divisioni una forma giuridica e poi ognuno per se, salvo una pietosa solidarietà?
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