28 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Il corteo del Pdl

Il Pd contro Verdini: parole vergonose sull'Abruzzo

Tenaglia: «Il suo cinisimo fotografa loro concetto di Stato. Chieda scua»

ROMA - «Ogni volta ci diciamo che con i nostri avversari politici si è toccato il fondo ed ogni volta loro ci stupiscono e cominciano a scavare, per sprofondare ancora più giù, senza vergogna. Perché per dire ai terremotati aquilani che la mobilitazione politica è un gesto dovuto, visto la consegna di case nuove dopo il devastante sisma dello scorso anno, la vergogna evidentemente non la si deve conoscere».

«CHIEDA SCUSA» - Comincia così il comunicato congiunto del Partito Democratico dell'Aquila, che vede le firme di Michele Fina, segretario provinciale del Pd, Francesco Iritale, segretario cittadino del Pd, Vito Albano, capogruppo al comune dell'Aquila e Piero Di Stefano, assessore comunale alla ricostruzione.
«Quello che però sconcerta una volta di più, se possibile, non sono le parole di Denis Verdini, personaggio che negli ultimi mesi ha contribuito da solo a farsi conoscere per quello che è, ma l'inerte supina passività del Pdl abruzzese. Da via dell'Umiltà, a Roma, ordinano ed all'Aquila eseguono, senza porsi, come in questo caso, il problema che forse parlare delle nuove case date agli aquilani come fossero apertura di un credito che prima o poi andava estinto, è qualcosa che poco o nulla ha a che fare con la politica».

«Verdini - fa eco il parlamentare Lanfranco Tenaglia- si vergogni e chieda scusa. Raramente si è vista tanta arroganza: i cittadini abruzzesi non sono dei sudditi a cui gentilmente il principe ha concesso la casa e dai quali è lecito aspettarsi un servo encomio. Nelle democrazie le cose funzionano diversamente rispetto all'idea proprietaria espressa da Verdini. Quanto fatto in Abruzzo dal Governo, è un atto dovuto. Chi amministra deve rendere conto di quanto fa ai cittadini e far le cose non implica in maniera automatica l'ottenere obbedienza cieca e assoluta. Il cinismo dimostrato dal coordinatore del Pdl purtroppo fotografa il concetto distorto dello Stato e delle sue funzioni che circola nella maggioranza».