20 aprile 2024
Aggiornato 14:00
Caso Mills

Di Pietro: la Cassazione riconosce che c'è corruzione

Per il leader dell'IdV «se c'è un corrotto c'è anche un corruttore. Il Premier dovrebbe dimettersi»

ROMA - La sentenza della Cassazione sul caso Mills riconosce che «c'è la corruzione», quindi «se c'è un corrotto c'è anche un corruttore». «In un Paese normale un Presidente del Consiglio si sarebbe già dimesso». Il leader di Italia dei valori Antonio Di Pietro mette in luce gli aspetti morali della pronuncia dei supremi giudici che riguardano il ruolo del premier.

«E' una vergogna! Il reato contestato a David Mills e al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è stato accertato ma, grazie ai soliti escamotage, in questo caso di allungare i tempi, la decisione - commenta Di Pietro - è stata presa dopo il tempo massimo. Insomma, al danno si aggiunge la beffa: l'imputato David Mills è stato, infatti, riconosciuto colpevole per il grave reato di corruzione in atti giudiziari ma il reato è prescritto. Inutile ribadire che se c'è un corrotto, e la sentenza della Cassazione lo ha confermato, c'è anche un corruttore».