28 agosto 2025
Aggiornato 10:00
L'allarme dell'ex premier

D'Alema: Politica impotente se non fa le riforme

«Rischiamo di aumentare il distacco dai cittadini»

ROMA - Se la classe dirigente della politica non riesce a fare almeno le riforme condivise dichiara la sua impotenza e si distaccherà sempre di più dai cittadini. E' l'allarme lanciato da Massimo D'Alema, presidente del Copasir, durante una tavola rotonda insieme al presidente della Camera Gianfranco Fini organizzata dalla Fondazione della libertà di Altero Matteoli.

«Discutere per 15 anni di riforme e non farle alla fine fa ridere - ha sottolineato D'Alema - e non solo quelle controverse perfino quelle condivise» come la riduzione del numero dei parlamentari e il superamento del bicameralismo perfetto. L'ex premier dà atto a Fini della sua azione a favore del ruolo del Parlamento nell'ambito delle riforme necessarie: «La sua è stata una scelta giusta, il nodo è proprio il Parlamento, il suo svuotamento, la sua perdita di rilievo».

RIFORME CONDIVISE - Quindi D'Alema è tornato sulla necessità di fare le riforme condivise: «Ridurre il numero dei parlamentari è una riforma condivisa, quella elettorale lo è meno, va discussa ma cominciano a circolare delle idee, io sono d'accordo con Fini sul collegio uninominale, ma il punto è che se non facciamo i cambiamenti necessari, almeno quelli condivisi, è una dichiarazione di impotenza di una classe dirigente che non può che farci avvitare in un distacco sempre più drammatico tra politica e cittadini. E qualcuno non pensi - ha concluso - di usare questa carta gli uni contro gli altri perchè alla fine la pagheremo tutti».