Fini chiederà il tagliando a Berlusconi
Prossima settimana incontro tra i due. Granata: c'è rischio scissione. I finiani guardano inoltre con fastidio alla linea del Giornale
ROMA - L'Epifania tutte le feste porta via. E con le feste, nel Pdl, rischia di essere spazzato via anche quel clima di apparente armonia «inaugurato» dopo l'aggressione subita da Silvio Berlusconi. Dei nodi irrisolti nel Popolo della libertà, infatti, Gianfranco Fini sembra voler chiedere conto al Cavaliere. I due avevano fissato un incontro che in un primo momento doveva tenersi a ridosso delle feste. Poi si era deciso per un faccia a faccia dopo la pausa natalizia. Ad ora, però, nulla è fissato, anche se i due dovrebbero incontrarsi all'inizio della prossima settimana. Fini, dal canto suo, non sembra intenzionato a retrocedere rispetto ad alcuni punti sollevati nei mesi scorsi. E' il momento di fare un primo tagliando al Pdl, ha spiegato il Presidente della Camera ad alcuni dei dirigenti a lui più vicini.
Granata: «Rischio scissione» - Quando Fini sollecita un tagliando pensa innanzitutto alla «battaglia» nel Popolo della libertà. Oggi un finiano come Fabio Granata ha paventato il rischio di scissione, il lancio di un partito della nazione dove ci si possa confrontare. «Dove si è discusso che la Santanchè, che esprime le posizioni più retrive della società italiana, debba rientrare nel Pdl?», chiede ancora Granata in un'intervista al Riformista.
Anche della Santanché Fini e Berlusconi dovranno discutere, perché non tutte le resistenze sono state superate, basta pensare che un finiano come Adolfo Urso è arrivato a sostenere che come sottosegretario sarebbe meglio Cicciolina.
Ma è soprattutto di come rendere incisiva l'azione di governo e di organigramma del Pdl che Fini vuole discutere. Il Presidente della Camera, sottolinea un deputato 'finiano', intende costruirsi spazi di agibilità politica nel partito e per farlo occorre intervenire sull'organigramma, sulle quote ormai 'sfalsate' dal rimescolamento in atto.
A partire dall'ufficio politico, ovviamente. Senza però dimenticare il coordinamento. Né Berlusconi né Fini pensano per ora (per ragioni diverse) a un'unica guida nel Pdl, ma il terreno di confronto sta tutto nella possibilità di avvicendamenti ai vertici del partito, che diventerebbero operativi dopo le Regionali.
I finiani guardano inoltre con fastidio alla linea del Giornale. Fini non ha ovviamente gradito l'ultimo affondo del quotidiano. Anche oggi un altro uomo vicino al Presidente della Camera come Urso ha sottolineato come la linea del direttore del quotidiano spinga verso una guerra civile nel Pdl. E ieri Carmelo Briguglio domandava: Berlusconi è consapevole della linea distruttiva di Feltri? Alcuni dell'ala più oltranzista fra i finiani non nascondono l'opzione finale, la nascita di un gruppo parlamentare autonomo che sfocerebbe poi nel nuovo partito prospettato oggi da Granata. D'altra parte, come sintetizza Briguglio, si sigli un'intesa o separazione sia.
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