13 dicembre 2024
Aggiornato 00:00
Politica & Riforme

Cicchitto: Pronti a riformare la giustizia anche da soli

Il presidente dei deputati del Pdl: «Franceschini vuole bloccare qualunque riforma»

ROMA - «Il legittimo impedimento, il cosiddetto processo breve, il lodo Alfano, così come il ritorno all'immunità parlamentare non possono essere considerate come leggi ad personam: sono strumenti per disinnescare l'uso politico della giustizia, molto praticato dal 1992 ad oggi». Lo afferma il presidente dei deputati Pdl, Fabrizio Cicchitto, replicando a quanto affermato in una intervista a la Repubblica dal capogruppo Pd Franceschini sul dialogo per le riforme.

«ANCHE DA SOLI» - «Non a caso, a suo tempo, la Costituzione - prosegue Cicchitto - aveva introdotto da un lato la totale autonomia dei giudici, che per quel che riguarda i PM non esiste in molti altri ordinamenti giudiziari europei, e dall'altro lato l'articolo 68, nella sua stesura originaria, prima della decapitazione del 1993. Di conseguenza quello di Berlusconi non è un problema personale, ma politico. La maggioranza può farsi carico di questo problema, disinnescando una questione che è comunque molto importante, auspicabilmente d'intesa con l'opposizione oppure anche da sola».

In questo modo, prosegue Cicchitto, «si sgombrerebbe il campo da una questione che altrimenti sarebbe una mina vagante, tale da destabilizzare tutto il quadro politico. Una volta sciolto questo nodo si può molto più agevolmente aprire il confronto tra maggioranza ed opposizione sulle riforme istituzionali e sulla riforma complessiva della giustizia. Questo ci sembra essere un percorso ragionevole. Sostenere il contrario, che qualora la maggioranza si inoltrasse ad affrontare i problemi più immediati della giustizia ciò verrebbe considerato una sorta di provocazione tale da bloccare subito il confronto, significherebbe allora non volere che esso neanche decolli, ponendo da subito una questione pregiudiziale; ma si sa che l'esercizio delle pregiudiziali viene effettuato in genere da chi vuole bloccare qualunque processo di riforma, inevitabilmente articolata e complessa».