19 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Candidatura alla guida della futura diplomazia europea

La Stampa: «Miliband rinuncia, D'Alema in pole position»

Il no del Ministro degli esteri britannico raccolto da presidente PSE Rasmussen

ROMA - David Miliband non si candiderà alla poltrona di Mister Pesc. Lo scrive oggi il quotidiano La Stampa, secondo il quale, a questo punto, prende quota la candidatura di Massimo D'Alema alla guida della futura diplomazia europea.

Il no del ministro degli Esteri britannico - secondo il retroscena ricostruito dal quotidiano - sarebbe stato raccolto da Paul Rasmussen, presidente del Partito socialista europeo, uno degli sherpa incaricati dai grandi partiti europei di individuare la coppia giusta per i vertici dell'Ue.

TATTICISMI - Naturalmente in questo ambito «i tatticismi sono il pane quotidiano», scrive la Stampa, «ma la notizia del diniego ha fatto il giro della diplomazia internazionale e da ieri sera Massimo D'Alema si è ritrovato proiettato in pole position nella corsa verso il prestigioso incarico.
Gli inglesi hanno fatto sapere che punteranno adesso sul nome di Catherine Ahton, attuale commissario al commercio internazionale.

LA CORSA ALLE POLTRONE - Dietro i negoziati per nominare il Presidente della Ue e il «quasi» ministro degli Esteri, una contrattazione altrettanto dura avviene in Europa per la distribuzione dei posti in tutta la nuova Commissione europea. Le celebrazioni per la caduta del Muro di Berlino con la partecipazione di tutti i leader europei saranno un'occasione per un nuovo confronto. I Paesi si stanno dando da fare per ottenere i posti migliori, a partire da portafogli economici chiave (settori in cui la Commissione ha più competenze).

La Commissione europea ha un ruolo centrale nel funzionamento del triangolo istituzionale dell'Unione europea, in nome dell'interesse generale europeo, ha l'esclusiva per le iniziative legislative, anche se può essere spinta ad avanzare proposte dai governi europei. Il suo testo è poi sottoposto alla revisione degli Stati dell'Unione europea (riuniti in seno al Consiglio) e al Parlamento europeo.

Ogni Stato nomina un commissario, ma la distribuzione delle loro funzioni deve essere negoziata con il Presidente della Commissione, il portoghese José Manuel Barroso, già rinnovato per cinque anni.