Buone chances per D'Alema, ma solo se rinuncia Miliband
Nel PSE ministro esteri britannico sarebbe l'unico candidato più forte
BRUXELLES - Da Bruxelles, le chances di Massimo D'Alema di essere nominato Alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune (Pesc) dell'Ue appaiono buone, dopo il sostanziale «via libera» di ieri da parte di Palazzo Chigi, ma a condizione che il «gran rifiuto» a questa stessa candidatura opposto in modo netto ieri dal ministro degli Esteri britannico, David Miliband, sia sincero e portato fino in fondo, senza ripensamenti.
IL RUOLO DI TONY BLAIR - In altri termini, il rischio maggiore per D'Alema, nei prossimi giorni, è che il governo di Londra riconosca il fallimento del suo tentativo di promuovere Tony Blair come presidente «stabile» del Consiglio europeo (l'altro nuovo posto creato dal Trattato UE di Lisbona), e decida di puntare invece su Miliband come Alto rappresentante per la Pesc. In questo caso, il Pse sarebbe chiamato a scegliere chi dei due appoggiare, e per salvarne l'unità uno dei contendenti probabilmente di ritirerebbe. E fra un ministro degli Esteri in carica in un grande paese e un ex, senza neanche più ruoli di partito importanti, la battaglia sarebbe impari.
GLI ALTRI CANDIDATI - Senza Miliband, D'Alema avrebbe invece buone probabilità di essere favorito nel Pse rispetto a tutti gli altri candidati socialisti: dal rumeno Adrian Severin (europarlamentare, ex ministro degli Esteri), al tedesco Frank-Walter Steinmeier, alla francese Elisabeth Guigou, ex ministro della Giustizia e degli Affari europei, all'ex cancelliere austriaco Alfred Gusenbauer. E' vero che i francesi potrebbero candidare anche l'attuale ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, che però non farebbe l'unanimità nel Pse a causa della sua partecipazione alla «corte» di Sarkozy. Anche Hubert Vedrine, ministro degli Esteri di Lionel Jospin e altro possibile candidato francese, avrebbe sicuramente meno simpatie di D'Alema fra i socialisti europei, trattandosi di un «tecnico» (era portavoce del Presidente Mitterrand) e non di un uomo di partito.
D'Alema, invece, ha sempre frequentato la «casa» socialista europea, e nonostante il fatto che non esistano più i Ds e che il Pd non sia membro del Pse, lui è rimasto anche vicepresidente della vecchia e gloriosa Internazionale socialista, anche se «a titolo personale».